Palermo

Mercoledì 30 Aprile 2025

Convalidato il fermo di padre Nuvola "I ragazzi mi hanno indotto a fare sesso"

PALERMO. Il gip di Palermo Agostino Gristina ha convalidato il fermo di don Aldo Nuvola, il sacerdote finito in manette ieri per induzione alla prostituzione minorile. L'uomo sta ora rispondendo alle domande dei pm Geri Ferrara e Diana Russo che stanno cercando di ricostruire se abbia avuto un ruolo nell'omicidio dell'imprenditore Massimo Pandolfo, ucciso a coltellate tra il 25 e il 26 aprile. Per il delitto venne fermato un diciassettenne che ha raccontato agli investigatori di avere confessato quanto aveva fatto al sacerdote. Gli inquirenti sospettano che il ragazzino, che gravitava nel mondo della prostituzione gay, avesse una relazione con don Nuvola e che questi possa averlo aiutato nelle fasi successive all'aggressione.
"INDOTTO DAI RAGAZZI A FAR SESSO". Sarebbero stati i ragazzi a  circuire don Aldo Nuvola. I minori che avevano rapporti a  pagamento con il prete, fermato ieri, lo avrebbero indotto a  fare sesso, lui voleva solo vedere fino a che punto si sarebbero  spinti, per questo dava loro corda, oltre a volerli aiutare  avendo problemi economici. È questa la spiegazione fornita  dall'ex parroco della chiesa Regina Pacis ai pm di Palermo, Geri  Ferrara e Diana Russo, che indagano sulla vicenda.     Il prete è accusato di induzione alla prostituzione minorile,  ma secondo gli inquirenti potrebbe avere avuto un ruolo  nell'omicidio di un imprenditore, Massimo Pandolfo, anche lui  abituale frequentatore di minorenni gay. Per l'omicidio fu  fermato un diciassettenne. Secondo i carabinieri il ragazzino,  poco dopo il delitto, avrebbe chiamato proprio padre Nuvola,  episodio confermato dall'assassino che ha raccontato di avere  confessato tutto al prete. Nuvola ha però negato di avere  parlato dell'omicidio, sia quella notte sia in seguito, con il  ragazzo. Ha detto di avere discusso del delitto con altri  ragazzi, ma solo come commento a un fatto di cronaca.     «Ho sbagliato - ha detto il prete agli inquirenti - me ne  sarei dovuto andare da Palermo dopo la prima inchiesta. Dovevo  ascoltare chi mi aveva detto di andare fuori. Dopo quello che è  successo mi sentivo solo e andavo in giro di notte per avere un  pò di compagnia, un pò d'affetto». 

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