Palermo

Giovedì 01 Maggio 2025

Miccoli accusato di estorsione: concluso l'interrogatorio a Palermo

PALERMO. E' andato ai "supplementari" l'interrogatorio di Fabrizio Miccoli davanti ai magistrati di Palermo che lo hanno interrogando per oltre 4 ore e mezzo. Uscendo dal palazzo di giustizia il giocatore non ha rilasciato dichiarazioni: lo farà domani in una conferenza stampa che si terrà alle 10.30 nel capoluogo siciliano.
Il bomber rosanero è indagato per estorsione e accesso abusivo a sistema informatico: avrebbe commissionato al suo amico Mauro Lauricella - figlio di Antonio, boss del quartiere Kalsa, detto 'U Scintilluni', arrestato nel settembre 2011 dopo un periodo di latitanza - di riscuotere una somma di denaro dai gestori di una discoteca di Isola delle Femmine, nel Palermitano, e avrebbe inoltre convinto in titolare di un centro di telefonia a intestare alcune sim a ignari clienti per darle in uso a Lauricella proprio nel periodo in cui il padre di quest'ultimo era ricercato.
Ma sul numero 10 che per anni ha fatto sognare i tifosi palermitani e che fino al 30 giugno è sotto contratto con la squadra di Maurizio Zamparini (che non gli rinnoverà il contratto) pendono anche le infamanti affermazioni dell'attaccante, intercettate dagli investigatori quando, in compagnia di Lauricella, ha definito il giudice Giovanni Falcone "un fango". Parole che hanno provocato la reazione indignata di tutti, compresi i tifosi per i quali, fino a quel momento, era il campione di sempre, nonostante lo scivolone sportivo che aveva fatto retrocedere la loro squadra in Serie B.
Miccoli è rimasto a lungo sotto torchio davanti al procuratore aggiunto Leonardo Agueci e ai sostituti Francesca Mazzocco e Maurizio Bonaccorso. Dieci carabinieri hanno presidiato i due ingressi del corridoio che porta alla stanza dei pm, impedendo ai giornalisti presenti di avvicinarsi alle stanze dei magistrati.
Una task force, hanno notato in molti, che non si era vista nemmeno in occasione di interrogatori "eccellenti" come quelli dell'ex ministro Nicola Mancino.
Il giocatore - dopo giorni di assoluto silenzio - è giunto al palazzo di giustizia in magliettina chiara, jeans e scarpe da ginnastica, "nascosto" dietro occhiali scuri, assieme al suo procuratore e avvocato Francesco Caliandro. Con il suo legale aveva programmato già da due giorni una conferenza stampa all'hotel Excelsior, ma l'interrogatorio è andato per le lunghe. In una pausa l'avvocato di Miccoli aveva spiegato che la conferenza stampa si sarebbe comunque tenuta in serata, poi ha cambiato idea, rimandandola a domani, sempre all'Excelsior.

leggi l'articolo completo