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Dollari in cambio di oro dalle Filippine, ecco gli affari di Lapis

Emergono altri particolari da interecettazioni tra il tributarista e il suo complice Salvatore Amormino, anche lui arrestato oggi nell'ambito dell'operazione sul riciclaggio della guardia di finanza

PALERMO. Lingotti in cambio di milioni di dollari da riciclare. Era questo lo scambio che voleva fare il tributarista Gianni Lapis, allettato da una proposta del complice Salvatore Amormino. Entrambi sono stati arrestati questa mattina dalla guardia di finanza assieme ad altre 32 persone.  In un'intercettazione telefonica dell'ottobre 2011, Amormino parla del possibile affare a Lapis. «Ho conosciuto l'altro giorno il numero tre del gruppo Yamamoto - dice Amormino. È venuto da noi, ho fatto la verifica, lui ha comprato per un miliardo di euro una miniera nelle Filippine: abbiamo chiamato l'ambasciata abbiamo visto il certificato di proprietà. Una miniera d'oro, eh professore!». «A me mi servono lingotti d'oro! Lingotti!», risponde Lapis.  «Lui ha il certificato per portarlo dalla miniera in Italia - spiega Amormino -, li fa fare qui in Italia a Vicenza, e poi diventano lingotto con il marchio con la punzonatura, adesso non so come diavolo si chiama. E dopo di che fa la vendita, però abbiamo la persona diretta, il proprietario della miniera!». A quel punto Lapis dice al complice di informarsi per concludere l'affare.

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