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Madre e figlia giù dal balcone a Palermo, la donna accusata di tentato omicidio

Dopo decine di interrogatori i carabinieri avrebbero ricostruito quanto successo ieri nel primo pomeriggio in via Marinuzzi. Il provvedimento di fermo è stato firmato dal pm della procura di Palermo Pierangelo Padova

PALERMO. È in stato di fermo per tentativo di omicidio Asha Krisanthi Peper Amarasinghe, la donna dello Sri Lanka che ieri si è lanciata dal terzo piano di un palazzo in via Antonio Marinuzzi a Palermo dopo aver gettato anche la figlia dal balcone. Dopo decine di interrogatori i carabinieri avrebbero ricostruito quanto successo ieri nel primo pomeriggio.
Secondo i militari "la donna verosimilmente in preda ad una crisi depressiva, dopo aver lanciato la figlia da un balcone al terzo piano, tentava a sua volta il suicidio buttandosi anche lei dal terrazzo".

Il provvedimento di fermo è stato firmato dal pm della procura di Palermo Pierangelo Padova. Le condizioni della piccola sono stazionarie: è sempre ricoverata presso la rianimazione dell'ospedale dei Bambini in prognosi riservata e ha uno sversamento interno. La madre invece è piantonata nel reparto di medicina d'urgenza, è ricoverata per una frattura.


LA RICOSTRUZIONE DEI CARABINIERI. La vicenda, per come è stata ricostruita dai militari, si è consumata in pochi istanti durante i quali la Amarasinghe, già da tempo sofferente di crisi depressive, ha dapprima “fatto scappare” la propria figlia lanciandola dal balcone e poi l’ha seguita arrampicandosi sul parapetto e buttandosi nel vuoto, il tutto sotto gli occhi di vicini e passanti che, attirati dal primo tonfo, hanno visto la 35enne arrampicarsi sul balcone e gettarsi spontaneamente.
Le indagini dei militari non si sono fermate a ricostruire i tragici momenti a culmine della vicenda, ma hanno scavato nella vita della donna per meglio comprendere da che cosa fosse dovuta “scappare”. Così, attraverso la voce di parenti ed amici, si è compreso che Amarasinghe, con regolare permesso di soggiorno in Italia, aveva da poco perso il proprio lavoro di collaboratrice domestica e, non potendosi più permettere un affitto, si era dovuta trasferire a casa della sorella. La donna, che non riusciva più a trovare un lavoro, nell’ultimo periodo era sempre più assente, quasi evanescente, e continuava a ripetere di voler tornare nello Sri Lanka dove ha lasciato suo marito, la sua prima figlia sedicenne e sua madre, affetti dai quali non voleva più essere separata.

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