PALERMO. Quasi un secolo e mezzo di carcere é stato inflitto dal Gup Sergio Ziino a sedici capimafia e gregari delle cosche di San Lorenzo, Boccadifalco-Passo di Rigano e Brancaccio, accusati a vario titolo di associazione ed estorsioni.
Gli imputati furono arrestati nell'operazione Hydra del novembre 2011. Per parlare di soldi e potere, infatti, i capi avevano scelto un ristorante, Villa Pensabene allo Zen. Quindici boss - vecchi padrini e capi emergenti - si erano ritrovati seduti insieme attorno a un tavolo come da anni non accadeva. Un summit vero, "spiato" a distanza dalle forze dell'ordine che tenevano d'occhio i vertici dei clan che contano a Palermo.
La pena più alta è stata inflitta a Giulio Caporrimo, capo di Tommaso Natale, che ha avuto dieci anni. Poco di meno, 9 anni e 10 mesi, per Calogero Di Stefano. Giuseppe Salamone ha avuto 8 anni e 8 mesi, Vincenzo Di Blasi 8 anni e 6 mesi. Entrambi erano accusati, oltre che dell'associazione mafiosa, anche delle estorsioni a pizzerie e bar palermitani. Il giudice ha condannato a 7 anni e 2 mesi Antonino Vitamia. Stessa pena, 6 anni e 8 mesi, per Michele Coccellato, Ugo Delis, Fabio Gambino, Sandro Diele, Filippo Pagano. Poco meno, 6 anni e 4 mesi, per Andrea Luparello, Giuseppe Enea, Amedeo Romeo, Giuseppe Serio, Stefano Scalici. Infine, 3 anni e 4 mesi per Giuseppe Cardovino.
Il gup ha assolto Giovanni Li Causi, ex gestore del bar dello stadio Renzo Barbera.
Mafia, operazione Hydra: condanne a 16 boss e aggregati
Inflitto quasi un secolo e mezzo di carcere agli esponenti é stato inflitto delle cosche palermitane di San Lorenzo, Boccadifalco-Passo di Rigano e Brancaccio. La sentenza, con rito abbreviato, del Gup Sergio Ziino
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