PALERMO. Due lettere anonime, recapitate qualche giorno fa alla procura di Palermo, raccontano di un piano del boss latitante Matteo Messina Denaro per uccidere il Pm Nino Di Matteo, che rappresenta l'accusa nel processo agli ex ufficiali del Ros Mario Mori e Mauro Obinu e che con Antonio Ingroia ha condotto l'indagine sulla presunta trattativa Stato-mafia.
Nelle due missive, di cui dà notizia "Il Fatto", l'autore anonimo, secondo quanto riporta il quotidiano, scrive: "Amici romani di Matteo (Messina Denaro ndr) hanno deciso di eliminare il pm Nino Di Matteo in questo momento di confusione istituzionale, per fermare questa deriva di ingovernabilità. Cosa nostra ha dato il suo assenso, ma io non sono d'accordo". L'estensore dell'anonimo sarebbe, a suo dire, uno dei membri del commando di morte, in grado di fornire notizie riservate sugli spostamenti di Di Matteo e sui depositi di armi ed esplosivo nascosti il alcune borgate palermitane.
A seguito degli anonimi, sempre secondo "il Fatto", il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica ha rafforzato la scorta al magistrato, sul quale la procura generale della Cassazione ha recentemente avviato un procedimento giudiziario, definito "un poco inopportuno, se non scandaloso" dal procuratore aggiunto di Palermo Vittorio Teresi.
"Dall'eccidio di Aldo Moro alla strage di Capaci, in un momento di grave crisi politica ed
istituzionale torna la strategia della tensione". Lo afferma il presidente del Centro Pio La Torre, Vito Lo Monaco, sottolineando che le minacce di morte contro il pm di Palermo Nino Di Matteo, al quale il Centro Pio La Torre esprime tutta la sua solidarietà, "rientrano in una rinnovata strategia della destabilizzazione, il cui obbiettivo apparente vorrebbe mettere la sordina alle indagini e ai processi in cui il pm è impegnato, ma soprattutto bloccare ogni possibilità di cambiamento nella direzione politica del paese".
Lo Monaco auspica "un'azione di responsabilità politica che permetta il varo di un governo in grado di risollevare il Paese in tempi brevi". C'é anche un magistrato in servizio a Caltanissetta "che ha l'abitudine di tornare a Palermo" nella lista degli obiettivi da eliminare contenuta in due lettere anonime arrivate il 26 marzo scorso al procuratore di Palermo Francesco Messineo e all'aggiunto Vittorio Teresi. Oltre al nome del pm Nino Di Matteo l'anonimo che racconta il piano di morte organizzato da "amici romani di Matteo (il riferimento è al boss Matteo Messina Denaro ndr)", c'é, dunque, il riferimento a un magistrato di Caltanissetta che ha l'abitudine di tornare a Palermo. Mentre per Di Matteo il progetto, deliberato due mesi fa con l'assenso di capimafia liberi e detenuti, aveva raggiunto ala fase esecutiva e doveva scattare a maggio, per il magistrato di Caltanissetta non vengono indicate date precise, ma l'anonimo mostra di conoscere le strade e i percorsi che questi fa abitualmente. Il pm Di Matteo non ha voluto commentare la notizia che, però, in ambienti investigativi è ritenuta "molto seria".