CACCAMO. Nel corso della mattinata i militari della stazione dei Carabinieri, dipendente dalla Compagnia di Termini Imerese, a parziale conclusione dell’ attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Termini Imerese, hanno dato esecuzione all’ordinanza di arresti domiciliari nei confronti di Desiderio Capitano, caccamese nato nel 1961, ex sindaco del comune di Caccamo, da maggio 2007 a maggio 2012, impiegato presso l’ufficio Anagrafe e Giuseppe La Rocca, palermitano nato nel 1949, residente a Caccamo, già responsabile dell’ufficio di Ragioneria del Comune, attualmente in pensione. Il provvedimento è stato emesso il 18 marzo dal Tribunale Ordinario di Termini Imerese - Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari, che condivideva pienamente le risultanze investigative prodotte dai Carabinieri di Caccamo, in ordine ai reati di peculato in concorso continuato, concorso in falsità ideologica commessa da Pubblico Ufficiale in atti pubblici e abuso d’ufficio in concorso continuato, commessi a Caccamo dagli arrestati, tra il 2010 ed il 2012, quando erano rispettivamente Sindaco pro tempore e Responsabile pro tempore dell’Ufficio di Ragioneria del Comune di Caccamo. La vicenda, che trae origine da una serie di anomalie ed irregolarità riscontrate presso l’Ufficio di Ragioneria del comune di Caccamo, dalla nuova amministrazione all’atto del suo insediamento, rappresenta una vicenda di vero e proprio “saccheggio” di denaro pubblico. Infatti gli accertamenti espletati nel corso dell’attività d’indagine hanno permesso di acclarare che Giuseppe La Rocca, in qualità di responsabile pro tempore dell’ufficio di Ragioneria, in prima persona ma anche in concorso e in accordo con Desiderio Capitano, in qualità di sindaco, avendo la disponibilità del denaro del comune, lo gestivano in forme illegittime e sprezzanti di qualsivoglia norma contabile, amministrativa e penale. Nello specifico gli arrestati, al fine di appropriarsi di denaro pubblico, peraltro riuscendovi, formavano o disponevano di formare, attestando false causali, sottoscrivevano e successivamente riscuotevano, mandati di pagamento emessi in favore di se stessi o di soggetti terzi, in assenza di qualsivoglia documento autorizzativo o giustificativo e senza che nessuno degli interessati potesse vantare alcun diritto di natura economico-patrimoniale nei confronti dell’amministrazione comunale di Caccamo, quindi senza alcuna legittima giustificazione e senza alcuna ragione istituzionale. In taluni casi i mandati avevano ad oggetto anche contributi “sociali”, ma venivano assegnati arbitrariamente, senza che venisse avviata alcuna istruttoria presso i competenti uffici del comune finalizzata a verificare se i beneficiari dei contributi fossero in concreto legittimati a ricevere gli emolumenti assistenziali. Pertanto le risorse pubbliche venivano impiegate in modo illegittimo, calpestando altresì manifestatamente i diritti e gli interessi di quei cittadini che effettivamente, stando ai regolamenti comunali, avrebbero avuto accesso alla contribuzione sociale. L’esercizio dei poteri amministrativi, quindi, avveniva in maniera scriteriata e finalizzata a esclusivamente a soddisfare gli interessi personali. Gli arrestati, espletate le formalità di rito, sono stati condotti presso i rispettivi domicili.