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Mafia, a Cinisi una pompa di benzina dei boss: scatta il sequestro

Dalle indagini è emerso che l'impresa, intestata ad un prestanome, era in realtà nella disponibilità di una persona condannata per mafia e ritenuta vicina all'ex boss, ora pentito, Gaspare Spatuzza. Il valore dell'azienda sequestrata e affidata ad un amministratore giudiziario è di 2 milioni di euro

CINISI. La guardia di finanza di Palermo, su disposizione della Procura, ha sequestrato a Cinisi, in provincia di Palermo, una pompa di benzina, i relativi impianti e il bar annesso. Dalle indagini è emerso che l'impresa, intestata ad un prestanome, era in realtà nella disponibilità di una persona condannata per mafia e ritenuta vicina all'ex boss, ora pentito, Gaspare Spatuzza. Il valore dell'azienda sequestrata e affidata ad un amministratore giudiziario è di 2 milioni di euro. Nell'ambito dell'inchiesta due persone sono indagate per intestazione fittizia di beni aggravata dall'avere agevolato Cosa nostra.  La Finanza, che da tempo controlla attività imprenditoriali simili, ha anche smascherato un'organizzazione criminale che «taroccava» i dispositivi di somministrazione delle colonnine degli impianti di carburante in modo da erogare almeno il 10% in meno di prodotto rispetto a quello indicato dal display. Nella stessa indagine - il pm ha chiesto il rinvio a giudizio di 44 persone - era emerso che il sistema del «taroccamento» era stato messo in atto persino all'interno dei depositi dell'Amia, l'ex municipalizzata che gestisce la raccolta dei rifiuti.

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