PALERMO. Potrebbe essere nelle videocamere a circuito chiuso di un negozio di tabacchi la chiave dell'omicidio di Francesco Nangano, ucciso sabato sera da due killer in via Messina Marine, a Palermo. La polizia scientifica ha acquisito stamattina e sta esaminando le immagini girate dalla telecamera piazzata fuori dall'esercizio commerciale che si trova sul luogo dell'agguato per cercare di risalire all'identità dei due sicari che hanno affiancato la vittima in scooter, dopo averla seguita, e gli hanno sparato sei colpi con una calibro 9. Un proiettile si è conficcato nello sportello dell'auto di Nangano, cinque - uno dei quali è ancora all'interno del cadavere - lo hanno raggiunto. Gli assassini non hanno dato alla vittima il colpo di grazia. Al vaglio degli inquirenti ci sono i nuovi assetti della cosca di Brancaccio per capire a chi dava fastidio Nangano, già oggetto di intimidazioni. Secondo quanto accertato l'uomo processato e assolto dalle accuse di omicidio e associazione mafiosa, faceva estorsioni e stava cercando di assumere un ruolo di leadership nel traffico di droga: una sorta di tentativo di scalata del clan che sarebbe stato fermato. L'ordine di eliminare Nangano potrebbe essere venuto dal carcere. Inoltre agli inquirenti sarebbero venuti degli input importanti dal Servizi segreti che avrebbero indicato nel boss Nino Sacco, esponente di spicco della cosca di Brancaccio, attualmente detenuto, uno dei personaggi che avrebbero avuto interesse a eliminare il boss emergente.(