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Sgominata rete di spacciatori: 8 arresti tra Cosenza e Palermo

Per l'accusa alcuni erano dediti allo spaccio al minuto e altri erano in grado di trattare ingenti quantitativi di cocaina

RENDE. Una rete di spacciatori radicata in provincia di Cosenza, con collegamenti con persone
della piana di Gioia Tauro (Reggio Calabria) e Palermo, è stata sgominata dai carabinieri della Compagnia di Rende che hanno eseguito otto arresti e notificato un obbligo di firma. Per l'accusa alcuni erano dediti allo spaccio al minuto ed altri erano in grado di trattare ingenti quantitativi di cocaina. Gli arresti sono stati eseguiti nel cosentino, a Palermo e Roma.

Sono iniziate in seguito all'aggressione subita il 19 febbraio 2010 da un avvocato di Castiglione Cosentino, che riportò ferite giudicate guaribili in 70 giorni, le indagini dei carabinieri della Compagnia di Rende che stamani hanno arrestato otto persone accusate di fare parte di una rete di spacciatori collegata anche a Palermo.

Uno degli aggressori fu identificato dai militari in Simone Santoro, di 32 anni, residente a Carolei. Indagando su di lui, gli investigatori sono risaliti al giro di spaccio e a Francesco Arena (23) residente a San Mauro Marchesato, e Alberto Greco (30), residente a Rende, destinatario dell'obbligo di firma. Secondo l'accusa, Santoro era arrivato ad organizzare, insieme a Antonio Scarpelli (46), di Cosenza, l'acquisto di un chilo di cocaina da Francesco Mandaglio (33), residente a Rizziconi (Reggio Calabria). Quest'ultimo è stato bloccato dai carabinieri il 14 aprile 2011 con il chilo di cocaina nascosto nel filtro dell'aria dell'auto. Secondo gli investigatori, la droga era destinata alla piazza di Palermo. Il giorno dell'arresto di Mandaglio, i carabinieri della Compagnia di Villa San Giovanni hanno arrestato anche Santoro e la sua fidanzata mentre erano diretti in Sicilia con 29 grammi di cocaina. Dalle indagini successive, i carabinieri sono risaliti a Davide Pasqua (40) che, secondo l'accusa, gestiva un'attività di spaccio usando come base logistica un bar davanti al Tribunale, che all'epoca gestiva.

Durante l'inchiesta si è verificata anche, il 20 giugno 2011, la morte dell'avvocato Andrea Russo deceduto, secondo gli investigatori, per avere ingerito cocaina per evitare un controllo di polizia. Santoro e Arena sono stati arrestati a Roma. Arena (destinato ai domiciliari), tra l'altro, è stato anche arrestato in flagranza di reato per la coltivazione di sette piante di marijuana, in concorso con Daniele Saturno (20), residente Centola (Salerno), di fatto domiciliato a Roma.

Gli altri arrestati sono Antonio Intrieri (50), residente a Marano Marchesato; Fausto Gagliardi (51), residente a Dipignano; Francesco Marotta (30), residente a Cosenza, e Mario Mignolo (33), posto ai domiciliari.

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