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Cappella Palatina, restano fuori venti disabili

Gita organizzata da due associazioni: ma ieri il monumento chiudeva con mezz’ora di anticipo per la celebrazione di un matrimonio

PALERMO. Avevano organizzato tutto. Una gita speciale per ammirare da vicino le meraviglie della Cappella Palatina, che avevano imparato a conoscere dai libri, scrigno di mosaici d'oro da mozzare il fiato e definita da Guy de Maupassant «la più bella chiesa del mondo» e che però è rimasta vietata ai loro occhi.


Un minuto di ritardo rispetto all'orario previsto per l'emissione dell'ultimo biglietto e così venti ragazzini disabili, dai 7 ai 17 anni, sono stati costretti a tornare indietro. Niente biglietti. Niente visita. Ieri alla Cappella Palatina era prevista la chiusura anticipata alle 16.15, non alle 17 come è consuetudine, per poter celebrare un matrimonio.
«Non sapevamo del cambiamento di orario, eravamo convinti di essere in largo anticipo presentandoci alle 16.16 davanti alla biglietteria - spiega Igor Gelarda di Palermo aperta a tutti, associazione che assieme ad Apriti cuore è ideatrice di un progetto di integrazione per i minori disabili -. Ma quello che ci ha più colpito è che nonostante fossimo arrivati con un solo minuto di ritardo non c'è stato niente da fare. E pensare che nel gruppo c'erano anche ragazzini costretti in carrozzina».



Ma tra le accuse fatte alla Fondazione c'è anche un altro aspetto. «Abbiamo più volte cercato di contattare l'ente al numero di telefono 091.6262833 ma non ha risposto nessuno né venerdì pomeriggio né sabato», racconta Gabriella Russo di Apriti Cuore.
«Non c'è stato eccesso di rigore», spiegano dalla Fondazione Federico II, che si occupa della gestione dell'intero Palazzo Reale. «Bisogna ricordare - spiega il direttore generale Lelio Cusimano - che la Cappella Palatina, prima di essere un monumento, è un luogo di culto che celebra battesimi, matrimoni e anniversari. Tutti eventi che vengono pubblicizzati per tempo sul sito internet della Fondazione. D'intesa con il parroco, stringiamo al massimo i tempi di chiusura. In realtà dovremmo fermare le visite alle 16, ma siamo riusciti ad allungarle di un quarto d'ora. Non c'è possibilità, però, di slittamento. Ci dispiace moltissimo dell'accaduto - continua Cusimano - anche perché nonostante il palazzo non si presti all'accesso per portatori di handicap siamo sempre stati sensibili verso questo mondo. Il personale, che non smetterò mai di ringraziare, fa tutto quello che può per garantire le visite, spesso occupandosi di prendere di peso chi non può camminare. Per quanto riguarda il numero di telefono, questo non è attivo il venerdì pomeriggio e il sabato. Bisogna rivolgersi al centralino dell'Ars. La Fondazione non riceve alcun contributo pubblico e va avanti con il ricavato dei biglietti d'ingresso tra mille difficoltà. Mi scuso con le associazioni - conclude - anche se l'accaduto va al di là delle nostra volontà, mi rendo subito disponibile per concordare un'altra visita mettendo a disposizione dei ragazzi uno storico dell'arte o, in alternativa, accompagnandoli io stesso».

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