PALERMO. Qualcuno lo è diventato per motivi salutistici, altri ne hanno fatto una filosofia di vita. Al centro della riflessione, la coscienza del rapporto tra alimentazione e ambiente, distribuzione di risorse tra paesi sviluppati e non, forma fisica e benessere. Sono migliaia i vegetariani in Sicilia - in Italia 7 milioni - ma il numero è in continua crescita. E proprio il suo capoluogo è stato scelto come location per ospitare la settimana vegetariana mondiale che si terrà fino al 12 ottobre. Cinque incontri con aperitivi di specialità vegan, proiezioni di film, presentazioni di racconti e dibattiti. «Sono partito da motivi salutistici - racconta Diego Pantò - col tempo, però, ho acquisito più consapevolezza e ho capito che gli animali sono esseri viventi che soffrono proprio come noi e che quindi la loro vita va rispettata». «Il mio percorso comincia nel 1997 - ricorda Francesca Polistena - fino ad allora credevo che essere animalisti volesse dire essere contro le pellicce, scelta abbastanza facile, invece mi sono resa conto che c'era tutto un percorso di sofferenza degli animali legato a ciò che avevo davanti ogni giorno: il cibo». La Sicilia, però, rimane ancora indietro rispetto alle altre regioni europee nel dare risposta a questa fascia di popolazione che ha detto "no" a carne e pesce. In pole position nell'isola, Catania, seguita da Marsala, Modica e Noto, dove si trovano i tre ristoranti del circolo «Un Punto Macrobiotico». Situazione diversa a Palermo, dove non esistono trattorie esclusivamente vegetariane, se non menù offerti da alcuni punti di ristoro prevalentemente etnici.«Nostro obiettivo - spiegano Fabio Vento e Lucia Russo, creatori di www.palermovegetariana.it - è quello di rendere la "comunità" palermitana sempre più coesa e rilevante sul territorio. Si può trovare una mappa costantemente aggiornata delle risorse utili per i vegetariani in città, ma anche articoli, testimonianze e ricette».
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