La guerra russo-ucraina, giunta al suo terzo anno di feroci combattimenti, ha sicuramente messo a nudo la crisi in cui versa l’Europa. Ovviamente ci si riferisce all’Unione Europea, evoluzione di quella Comunità Economica, nata a Roma il 25 marzo 1957, che oggi comprende ventisette Stati e che nel 2012 è stata pure insignita del premio Nobel per la pace.
Da un’istituzione così importante e influente, che ha tra i suoi obiettivi costitutivi «la promozione della pace e della sicurezza», ci si aspettava, pertanto, una efficace azione preventiva, oltre a fruttuose iniziative diplomatiche, che conducessero a concrete e realistiche ipotesi di negoziato.
Si sperava di arrivare in breve tempo se non ad una pace, almeno a una tregua, che avrebbe risparmiato migliaia di vite umane dall’una e dell’altra parte.
Oggi l’Unione paga il conto di questa incapacità, rimanendo fuori dalle trattative condotte dagli Stati Uniti e incassando inerme i commenti sprezzanti del presidente americano Donald Trump, per il quale lo scopo principale dell’Europa è sempre stato quello di «fregare» l’America.
L'articolo completo oggi sul Giornale di Sicilia in edicola e nell'edizione digitale.

Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.

Caricamento commenti
Commenta la notizia