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L’extra budget usato bene, ma la strada è ancora lunga

Non bisognava esaltarsi dopo la vittoria contro il Cosenza, non bisogna farlo nemmeno adesso dopo il bis con il Brescia. La classifica ne ha goduto, il morale pure ma è meglio restare calmi in attesa delle altre due verifiche che aspettano i rosanero prima dell’ultima sosta. Ovvero le partite con la Samp in trasferta di sabato prossimo e quella con la Cremonese di venerdì 14 al Barbera. Centottanta minuti che diranno se il Palermo è diventato davvero una squadra o se non è cambiato niente rispetto a quello che si è visto da agosto a metà febbraio. Se qualcuno non lo ricorda, da quando è iniziato il campionato il Palermo non ha mai vinto tre partite consecutive e questo è stato il grande limite per la classifica.

La ricerca della continuità sarà fondamentale in questo finale di stagione, perché c’è gazzarra per i play-off e basta poco per trovarsi dentro o fuori il perimetro che permette di giocarsi la Serie A dalla porta di servizio. E qui entrano in gioco i primi rimpianti: se non si fossero gettati via i quattro punti contro Spezia e Mantova, adesso si sarebbe potuto pensare a quelle posizioni che tanto piacciono in ottica play-off e soprattutto non ci sarebbe bisogno di voltarsi continuamente per guardarsi alle spalle.

Prendendo in prestito le parole del Dalai Lama, ci sono due giorni in cui non si può fare niente: uno si chiama ieri, l’altro domani. Dunque, è meglio vivere nel presente e pensare a quello che s’è concretizzato dopo la partita di domenica. La vittoria con il Brescia, al di là di come e quando è maturata, è stata meritata e ha confermato che il Palermo s’è giovato del mercato invernale. I soldi extra budget utilizzati per non lasciarsi sfuggire i play-off sono stati usati bene, perché sono state individuate tre pedine che hanno alzato il livello qualitativo e anche quello caratteriale. Con Pohjanpalo si dirà che si è andati a colpo sicuro, ma intanto è stato preso e non era facile farlo a gennaio con il Venezia ancora in corsa per la salvezza in Serie A. Su Audero poteva esserci qualche dubbio dopo una stagione e mezza con tanta panchina, ma anche lì si è visto lungo. Il portiere sta infondendo la sicurezza che mancava, non solo con le parate ma anche con la sua personalità. Un portiere deve evitare i gol prima di tutto, ma deve anche guidare la difesa. E Audero sa farlo. Magnani è un’altra bella intuizione. In A magari può fare fatica con certi centravanti fisici e tecnici, ma in B sembra un «papà». Basta vedere come ha messo la museruola a Borrelli che solo a guardarlo dalla tribuna faceva impressione per la sua imponenza.

Tre acquisti importanti che si stanno sentendo in campo (Pohjanpalo è al terzo gol di fila, quest’anno fra i rosa non c’era riuscito nessuno) e che hanno alzato l’asticella anche in allenamento, come ammesso dallo stesso Dionisi. Il tecnico anche questa settimana può lavorare in santa pace, perché le vittorie sono il rimedio di tutti i mali nel calcio. Ma Dionisi sa che la strada è ancora lunga e sdrucciolevole. La fiducia dei tifosi non è stata riconquistata del tutto, basterà quindi un qualunque inciampo per vedersi scaricare addosso contumelie e accuse come quelle che sono piovute prima di questa doppia vittoria con Cosenza e Brescia. L’unico modo per evitare che accada nuovamente è continuare a vincere e risalire in classifica.

Le dieci partite che restano non sono semplici, ci sono tanti scontri diretti e anche diverse trappole contro squadre che possono essere angosciate dalla retrocessione, ma il Palermo che è venuto fuori dal mercato invernale fornisce qualche garanzia in più rispetto a quello precedente. Il carico da undici, poi, lo dovrà mettere Dionisi che ha ancora tempo per dimostrare di essere un vincente come a Sassuolo e per prendersi la rivincita contro quelli che lo detestano. Il confine fra gloria e ignominia è davvero labile.

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