Nessuna sorpresa. Semmai tanta amarezza. Il Palermo perde anche la seconda partita nelle aule dei tribunali sportivi. Dopo il dispositivo «beffa» per quanto accaduto nella finale di ritorno dei play-off a Frosinone, la sentenza «anomala» sul caso Parma-Calaiò. I giudici del Tribunale federale hanno riconosciuto il «tentativo di illecito» messo in atto da Calaiò con i messaggi Whatsapp agli ex compagni dello Spezia, la responsabilità oggettiva del Parma, ma hanno stabilito che la penalizzazione - 5 punti - va scontata nella stagione in corso. Che non è più quella di Serie B del 2017- 18, ma quella di A del 2018-19. Amen. Non sorprende che sia finita così, che si andasse in questa direzione era piuttosto evidente. E prevedibile. Lo aveva fatto capire la richiesta della Procura federale. Se ci si fosse limitati a chiedere il -2 in classifica per il Parma nel campionato appena finito, allora sì che sarebbe stata sorprendente la sentenza di ieri. Ma la Procura la settimana scorsa aveva fatto un’altra richiesta «subordinata», ovvero il -6 in classifica nella prossima stagione. E il Tribunale federale con quel -5 ha deciso di accogliere questa richiesta, che di fatto salva il Parma e regala un altro travaso di bile ai tifosi del Palermo. Pur non entrando nel merito della sentenza che va rispettata come qualunque altra, resta un senso di disorientamento. Da un lato si riconosce il «tentativo di illecito sportivo», dall’altro nelle motivazioni si scrive che «la penalizzazione riferita alla classifica del campionato di Serie B appena conclusosi, sarebbe estremamente afflittiva» e anche «in aperto contrasto con il principio di afflittività». Difficile da comprendere come si sia arrivati a questa determinazione, facile da capire che la partita non è chiusa. Il Palermo (e anche il Parma...) ha già annunciato che presenterà ricorso alla Corte federale. Giusto che lo faccia. Purché la questione non vada oltre le aule dei tribunali sportivi. Se dovesse arrivare un’altra bocciatura, stop. Resterà l’amarezza per avere subito un’ingiustizia, ma si dovrà voltare pagina. Cosa che il Palermo, per la verità, dovrebbe fare già da oggi. Sulla squadra e sulla prossima stagione c’è una nebulosa che rischia di diventare soffocante. Fin qui c’era stato appunto l’alibi del caso Parma, momentaneamente è caduto. Ok al ricorso, ma nel frattempo è meglio che il Palermo - e dunque Zamparini - si cominci a concentrare sulla prossima stagione in B. Che, diciamola tutta, è il campionato in cui merita di giocare il Palermo dopo aver buttato al vento la promozione a causa di errori grossolani commessi in sede di costruzione della squadra in estate e poi nel mercato di gennaio. A Sappada si sta vivendo un ritiro farsa. Tedino di fatto sta allenando una squadra che non ci sarà. Senza la A, i vari Nestorovski&C. sono destinati ad andare via uno dopo l’altro, anche se le richieste non è che fiocchino come neve sul monte Bianco... E se andranno via loro, ci sarà bisogno di rimpiazzarli con giocatori di uguale valore o anche migliori, visto che molti dei presunti big sono reduci da una retrocessione ignominiosa e da una mancata promozione. Il Palermo ha il dovere di costruire una squadra che possa disputare un campionato di prima fascia. In questo momento non sembra che sia così. Ecco perché serve voltare pagina in fretta. A prescindere da come finiranno i ricorsi per riavere la A.