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Caso Napoli, il sindaco di Mezzojuso: "Mai più a 'Non è l'Arena'"

Il sindaco Mezzojuso, Salvatore Giardina, non vuole più prendere parte alla trasmissione "Non è l'Arena" per parlare del caso delle sorelle Napoli.

"Ho deciso di non prendere più parte alla trasmissione televisiva 'Non è l'Arena' su La7, nonostante le ripetute e fastidiose esortazioni".  Il primo cittadino Giardina ha scritto una lettera e si rivolge ai propri cittadini sul caso delle sorelle imprenditrici Napoli venuto alla ribalta proprio a 'Non è l'Arena' circa un anno fa e rilanciato più volte dalla trasmissione di Giletti.

Il sindaco ha motivato la sua scelta: "Per due ragioni: in primo luogo perché la telenovela che il conduttore Massimo Giletti, esclusivamente per ragioni di audience, ha imbastito da oltre un anno sul comune di Mezzojuso, che ho l'onore di rappresentare, ha alimentato tensioni e un clima pesante fra i cittadini, offrendo di questa comunità una immagine altamente negativa .Ho già detto tutto quello che l'amministrazione comunale ha fatto in merito alla vicenda che ha riguardato le sorelle Napoli, in occasione della mia prima e unica partecipazione alla trasmissione - afferma il sindaco - è stata offerta solidarietà nel momento in cui si è avuta piena consapevolezza della gravità della situazione. Ciononostante, il tribunale mediatico dello spettacolo de 'Non è l'Arena', con la sua pubblica accusa, la sua giuria popolare, la sua corte, mi ha preventivamente attribuito lo status di imputato unico e di colpevole, al di là delle mie reali colpe e questa è la seconda ragione del mio diniego a partecipare alla trasmissione tv. Non ho più nulla da aggiungere su questo caso anche e soprattutto perché della correttezza del mio operato rispondo alla magistratura, delle mie scelte politico-amministrative rispondo ai cittadini di Mezzojuso, e delle mie azioni rispondo alla mia coscienza - conclude il sindaco - Riconosco solo questi tre 'tribunali' e non altri, tanto meno quelli televisivi che rispondono a logiche e a dinamiche che non mi appartengono".

Irene, Anna e Gioacchina Napoli  si sono opposte alla mafia. La loro azienda agricola di novanta ettari a Mezzojuso farebbe gola alla cosiddetta mafia dei pascoli. Dopo la morte del padre l’azienda è diventata preda facile per i clan che vuole acquistare per pochi spiccioli quei terreni coltivati a grano e fieno.

Non si contano più le minacce ricevute. Sono stati distrutti i raccolti, spaccate le recinzioni e anche i loro cani sono stati scuoiati.  Dopo anni di silenzio Irene, Anna e Gioacchina hanno deciso di ribellarsi e hanno presentato finora trentotto denunce, tutte archiviate.

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