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Lavoro, licenziamenti per 42 dipendenti dei supermercati Sma Simply: sit-in a Palermo

Quarantadue lavoratori dei punti vendita Sma Simply di Palermo verranno licenziati. Le notevoli perdite che ha registrato l'azienda negli ultimi due anni hanno fatto scattare una "riduzione del personale" che è stata preannunciata dai vertici aziendali dello Sma spa Risorse umane.
I sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno indetto per oggi un sit-in, in via dei Nebrodi a Palermo, per chiedere "chiarezza" sul futuro dell'azienda, dopo le voci sempre più insistenti di trattative per la cessione della rete di vendita di Sma Simply che nell'Isola conta circa mille dipendenti.
L'adesione nel capoluogo palermitano è stata del 100%. I supermercati, per la giornata di oggi, rimarranno chiusi ma, così come scritto all'ingresso, saranno aperti giorno 1 maggio dalle 8,30 alle 13,30.
Nel capoluogo sono sette gli esuberi in ciascuno dei punti vendita di via Oreto Nuova e di via dei Nebrodi, altri sei nei supermercati della Zisa e di via Alfieri, nella zona di piazza Unità d'Italia, cinque nel punto vendita di via Leonardo da Vinci e quattro in via Sciuti. Riduzione di sette unità anche a Bagheria, in via Libertà.
Marianna Flauto, segretario generale della Uiltucs Sicilia, spiega che "a Roma le cessioni di alcuni punti vendita sono avvenute senza accordo coi sindacati e hanno peggiorato le condizioni normative e salariali. Il taglio del costo del lavoro ha ormai creato sfiducia fra gli addetti che vivono senza certezze sul loro futuro".
I sindacati non ci stanno e prima che sia troppo tardi chiedono "di poter conoscere le reali intenzioni della proprietà rispetto alle prospettive, se ve ne sono, dell’azienda nel mercato italiano. Per queste ragioni abbiamo chiesto l’intervento del ministero dello Sviluppo economico e abbiamo risollecitato la direzione aziendale a fare chiarezza. Sma Simply continua però a fornire informazioni parziali e poco attendibili evitando qualsiasi confronto di merito per ricercare soluzioni condivise. Ci sono 8 mila famiglie in Italia- conclude - che attendono risposte".

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