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Pellegrino indagato, il deputato Ars respinge le accuse

Stefano Pellegrino

Ha risposto alle domande dei pm il deputato di Fi Stefano Pellegrino, indagato per corruzione elettorale.

Ai magistrati Paolo Guido, Gianluca De Leo e Francesca Dessì che l'hanno iscritto nel registro degli indagati, ha detto di non sapere che i due imprenditori fermati oggi con l'accusa di mafia che, secondo l'accusa, gli avrebbero procurato voti, fossero vicini a Cosa nostra e di aver stabilito con loro solo una sorta di accordo vista la loro esperienza politica e il radicamento che il loro movimento aveva sul territorio.

In merito alla contestazione di aver chiesto voti, attraverso l'imprenditore Giorgi, in cambio di pacchi di pasta, Pellegrino ha sostenuto che si trattava solo di una iniziativa di beneficienza.

«Ho assoluta fiducia nella magistratura ed è giusto che la giustizia faccia il suo corso. Con l’avviso notificatomi sono stato informato che si procede per fatti che potrebbero interessarmi e, proprio per mia garanzia, quest’oggi ho reso interrogatorio ai pubblici ministeri, ritenendo ciò dovuto per la mia funzione istituzionale e per il rispetto che nutro verso la collettività».  Lo dice il deputato regionale di Fi Stefano Pellegrino accusato di corruzione elettorale e concorso in associazione mafiosa.

«Ho affrontato la campagna elettorale con la massima correttezza - aggiunge - e con scrupolosa osservanza delle norme
elettorali e delle regole etiche e, pertanto, attendo con fiducia la conclusione delle indagini e la conferma della mia estraneità ai fatti».

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