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La nuova cupola della mafia a Palermo, il pm De Luca: "I boss stavano per fuggire"

Lo Piccolo aveva già scontato una condanna per mafia

«Quello che si era affermato era decisamente un asse palermocentrico. Greco voleva tagliare fuori i mandamenti di paese e creare una commissione oligarchica e palermocentrica". Lo ha spiegato, a proposito delle dinamiche interne alla mafia palermitana, venute fuori nell’ultima inchiesta della Dda di Palermo, l’aggiunto Salvo De Luca che ha coordinato l’indagine che ha portato al fermo di sette persone tra cui il nipote di Michele Greco, Leandro, accusato di essere il nuovo capomandamento di Ciaculli-Brancaccio.

"C'era stata un’animata discussione e uno dei capi della mafia di paese, Bisconti, ora pentito, avrebbe cercato di bloccare il
programma di Greco ma la cosa non si era chiusa", ha detto. De Luca ha anche spiegato che il ricorso ai provvedimenti di
fermo è stato determinato dal fatto che Greco e l’altro capomafia fermato, Calogero Lo Piccolo, stavano per fuggire.

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