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"Fatture false": sequestro da 1,3 milioni a un distributore di giornali nel Palermitano

Sequestro preventivo da 1,3 milioni di euro nei confronti di "Aenne Press spa", impresa con sede a Ficarazzi in provincia di Palermo che opera nel settore della distribuzione editoriale, e del suo legale rappresentante, Giovanni Nangano, indagato per il reato di dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

I finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo, su disposizione del gip del tribunale di Termini Imerese, hanno dato esecuzione al provvedimento.

LE INDAGINI. Per non pagare le tasse Nangano avrebbe falsificato la dichiarazione dei redditi per quattro anni grazie a fatture false per oltre un milione e 300 mila euro.

I finanzieri del nucleo di polizia Economico-finanziaria di Palermo, coordinati dal comandante Cosmo Virgilio, su disposizione del gip del tribunale di Termini Imerese, Stefania Galli, hanno eseguito un sequestro preventivo di disponibilità finanziarie, immobili e quote societarie per un valore complessivo pari a oltre 1,3 milioni di euro. Le indagini, coordinate dal procuratore capo di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, si sono fondate sulle risultanze di controlli fiscali eseguiti dalle fiamme gialle nei confronti dell’azienda e di altre ditte collegate a Nangano, che hanno fatto emergere la frode fondata sull’emissione e sull’utilizzo di fatture false.

I lavoratori della Aenne Press erano stati indotti ad aprire partite Iva, così da permettere alla società di avvalersi dei servizi di altre imprese. Le prestazioni fatturate, talvolta gonfiando anche gli importi, permettevano alla società editoriale di detrarre l'Iva addebitata e ottenere quindi un consistente vantaggio fiscale.

Tra gli indagati ci sono anche coloro che hanno emesso fatture false, ovvero Alessandro Reina, Giovanni Coffaro, Vincenzo Lombardo, Salvatore Rocca, Francesco Lombardo e il fratello Vincenzo. "Le fatture venivano poi detratte dai guadagni della Aenne press, ottenendo quindi un consistente vantaggio fiscale - spiega il tenente colonnello Danilo Persano del Gico di Palermo - È attualmente aperto un contenzioso con l'agenzia dell'Entrate. Noi abbiamo avviato l'indagine da una normale verifica fiscale nella ditta nel 2015. Poi le carte sono passate alla procura di Termini Imerese".

 

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