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Palermo, denuncia finto dentista ma si ritrova sotto processo: assolto dopo una condanna di calunnia

Ha denunciato un sedicente collega per esercizio abusivo della professione e si è ritrovato sotto processo per calunnia. Condannato in primo grado, è stato assolto oggi dalla corte d’appello di Palermo con la formula "perché il fatto non sussiste". La storia è cominciata quando l’odontoiatra palermitano Mario Imburgia, spinto anche dall’invito dell’Ordine a denunciare fenomeni di abusivismo nell’esercizio della professione, segnalò che il sedicente collega Domenico Genduso non aveva i titoli per esercitare.

Genduso si era laureato in Medicina nel 2000 e una legge del 1985 disponeva che per accedere alla professione di odontoiatra fosse necessario invece possedere la laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria. Grazie a un decreto rettoriale ad personam, firmato all’epoca dall’ex rettore Silvestri, Genduso venen ammesso, però, a partecipare agli esami di abilitazione all’esercizio della professione che superò nella seconda sessione del 2004.

Imburgia segnalò l’anomalia nel rilascio dell’autorizzazione e, per tutta risposta, Genduso lo denunciò per calunnia. Il medico solerte fu condannato a un anno e 4 mesi e per lui scattò anche il procedimento disciplinare. La sua battaglia però non è caduta nel vuoto e gli Ordini locali, la Federazione nazionale (Fnomceo) e il ministero della Salute hanno approfondito meglio
la questione dell’iscrizione di Genduso, coinvolgendo l'Università, e accertando che la sua posizione era viziata fin dall’origine e che il dottore - per la legge - non aveva i titoli per esercitare la professione.

Nel 2018 Genduso è stato cancellato dall’Ordine di Trapani e il 10 dicembre è arrivato anche l’annullamento del decreto rettoriale(giudicato illegittimo dalla stessa Università) e della conseguente abilitazione ottenuta nel 2004: a 14 anni
dalla laurea dunque si è scoperto che il medico non poteva fare il dentista e che aveva ragione Imburgia. Quest’ultimo, però,
dopo la condanna paradossalmente ha perso contratti e collaborazioni internazionali per i quali venivano richiesti i
carichi pendenti e ha subito procedimenti disciplinari. Solo oggi la vicenda si è chiarita con l’assoluzione del medico.

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