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Mafia a Palermo: la "fuitina", le nozze sfarzose e le casse del clan restarono a secco

Gregorio Di Giovanni all'uscita dalla caserma dopo l'arresto nel blitz Cupola 2.0

Avrebbe temuto di essere “scannato come un vitello”, Gaetano Leto (alias “scarpe colorate”) dopo la fuitina con la sorella dei boss di Porta Nuova, Gregorio e Tommaso Di Giovanni. Alla fine però – come emerge dal fermo “Cupola 2.0” e come si può leggere in un articolo pubblicato sul Giornale di Sicilia oggi in edicola – sarebbe ritornato, avrebbe affrontato i cognati ed avrebbe ottenuto la loro benedizione con un matrimonio sfarzoso: “La sala non so se l’hanno pagata, so solo che eravamo qualche 500 persone… Il pesce era vivo e camminava sui tavolini”.

In più la coppia avrebbe ricevuto “10 mila euro” proprio “da Gregorio (Di Giovanni, ndr)”. Così si legge in un’intercettazione del 28 aprile dell’anno scorso.

“Scusami un minuto – così avrebbe detto Leto per convincere i boss dei suoi sentimenti – ma tu pensi che mi sono portato a tua sorella perché ho bisogno di voialtri. Io me la sono portata perché le voglio bene e perché la amo… Per il resto tua sorella, senza offesa, non ha bisogno di nessuno”.

Mentre però la famiglia Di Giovanni avrebbe mangiato, bevuto e festeggiato in grande stile, a Porta Nuova sarebbe stato bloccato il sostentamento delle famiglie dei carcerati, suscitando in particolare le lamentele dei parenti del boss Paolo Calcagno. La moglie, infatti, riferiva in un colloquio in carcere che mentre per lei la “mesata” non sarebbe arrivata “molti appartenenti all’organizzazione – come riportano i carabinieri – sfoggiavano lussuosi capi d’abbigliamento, come Leto, che calzava scarpe marca Gucci dal valore di 600 euro”.

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