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Palermo, ancora polemiche sulla sicurezza del taser

Monta la polemica sull'uso dei taser da parte della polizia municipale e delle altre forze dell'ordine a Palermo. Da una parte c'è chi sostiene che sia uno strumento di tortura, dall'altro le forze dell'ordine, e alcuni cittadini, chiedono che al più presto il taser possa entrare in uso.

Ma proprio il Consiglio comunale di Palermo, qualche giorno fa, ha approvato la mozione per dire "no" alla dotazione e all’utilizzo in via sperimentale del taser alla polizia municipale. Tra i primi  firmatari, Giusto Catania, capogruppo di Sinistra Comune e Fabrizio Ferrandelli, capogruppo dei Coraggiosi. Intanto ieri è arrivata una nota della Axon Enterprise, casa produttrice di taser in riferimento alla mozione, per spiegare quanto possa essere utile il dispositivo a conduzione elettrica.

Gli agenti di polizia penitenziaria siciliani invocano l'uso del taser per difendersi soprattutto all'interno delle carceri. Il sindacato Sippe ha fatto sapere che a Palermo, nel carcere Ucciardone, quattro agenti di polizia penitenziaria sono stati aggrediti da un detenuto e sono finiti in ospedale. E così è stato chiamato in causa il ministro della Giustizia Ester Bonafede affinchè autorizzi al più presto l’uso del taser.

Oggi, Giusto Catania, attraverso una nota, ribadisce come il taser sia uno strumento di tortura perché così lo ha definito l’Onu: "La ditta produttrice di tali dispositivi non ha alcun titolo morale per criticare un’istituzione prestigiosa come il Consiglio comunale di Palermo il quale, a grande maggioranza, ha deliberato che la polizia municipale della città non avrà in dotazione il taser che, nel mondo, ha causato centinaia di morti - spiega Catania-. La Axon enterprise non è un’organizzazione di benefattori ma una multinazionale della sicurezza privata e monopolista nella produzione di taser. Si metta il cuore in pace: la città di Palermo non contribuirà ad incrementare i suoi fatturati miliardari perché il Consiglio comunale ha deciso che la polizia municipale non avrà in dotazione simili strumenti”.

La Axon ieri aveva diramato una nota replicando alle motivazioni della mozione approvata in Consiglio. "Nel pieno rispetto della posizione espressa dai rappresentanti del Consiglio comunale di Palermo - sta scritto -, ci teniamo a precisare che il taser è un dispositivo a tutela della sicurezza delle forze dell'ordine e dei cittadini. Non è quindi corretto definirlo uno 'strumento di tortura', come sostenuto dal capogruppo di Sinistra Comune. Il dispositivo a conduzione elettrica taser, che normalmente serve da deterrente, spara due dardi fino a 7 metri di distanza collegati a fili conduttori che trasmettono una scarica di 63 microcoulomb di elettricità per 5 secondi - prosegue la nota la Axon -. Questa scarica permette di contrarre i muscoli di chi viene colpito e quindi consente di immobilizzare il soggetto, rendendolo innocuo, ma non facendogli perdere i sensi. Questi sistemi di sicurezza hanno dimostrato di essere più sicuri rispetto ad altre opzioni di uso della forza e risultano dunque i più studiati a livello globale, con oltre 775 report e studi, di cui il 78% indipendenti". La società sottolinea che "oltre 18.000 agenzie di pubblica sicurezza in più di 107 Paesi hanno adottato taser e salvato oltre 201.300 vite da morte potenziale o lesioni gravi".

Intanto, il dirigente nazionale del sindacato polizia penitenziaria Si.P.Pe. Antonino Piazza ed il segretario regionale Maurizio Mezzatesta, hanno fatto sapere che: "nel carcere palermitano dell’Ucciardone un detenuto, per futili motivi, ha minacciato di morte un agente di polizia penitenziaria ed ha colpito con calci e pugni altri tre agenti spedendoli in ospedale".

Per Piazza le aggressioni nelle carceri italiane sono in continuo aumento ed è quindi necessario che il ministro della Giustizia Bonafede autorizzi l’uso del taser. "Oggi quattro poliziotti penitenziari sono rimasti feriti e costretti a recarsi al pronto soccorso per le ferite riportate. Se gli agenti avessero avuto in dotazione il taser – concludono Mezzatesta e Piazza – l’aggressione con molta probabilità non ci sarebbe stata e comunque non ci sarebbero stati feriti. Il governo, secondo il Si.P.Pe. non può più tollerare queste aggressioni e dovrà necessariamente trovare adeguate soluzioni, anche di tipo normativo, per salvaguardare l’ordine e la sicurezza nelle carceri".

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