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Avvocati, "no al trasferimento delle sedi delle commissioni": a Palermo la protesta dei tributaristi

La Camera degli avvocati tributaristi, l’Associazione magistrati tributari (Amt), il consiglio dell’ordine degli Avvocati e a quello dei dottori commercialisti, questa mattina hanno fatto fronte comune per ribadire il loro no al trasferimento delle sedi delle commissioni e per chiedere che venga dato il giusto riconoscimento alla giustizia tributaria, fino ad ora a loro avviso trattata come un organo di serie B.

La Camera e gli altri organismi professionali, si sono riuniti questa mattina nella sala riunioni del consiglio dell’ordine degli avvocati, al Palazzo di Giustizia. “Dal 2015, anno in cui si annunciò il trasferimento delle sedi – spiega Angelo Cuva, vice presidente della Camera degli avvocati tributaristi di Palermo e tesoriere Uncat, l’unione nazionale della Camera degli avvocati tributaristi –, il ministero dell’Economia e della Finanza ignora puntualmente le nostre lettere e le motivazioni alla base delle nostre richieste. E soprattutto porta avanti la sua decisione. Abbiamo saputo, quasi per caso e senza nessuna comunicazione ufficiale, che è stato recentemente dato mandato al Demanio di progettare i lavori di ristrutturazione dell’immobile di via Titina De Filippo, dove dovrebbero essere trasferite le sedi delle commissioni tributarie”.

Attualmente i professionisti che si occupano di contenzioni lavorano in pieno centro città, tra piazza Ignazio Florio e via Mariano Stabile. Trasferire le commissioni in via Titina De Filippo, zona periferica e distante da altri uffici finanziari e giudiziari, così come stabilito dal ministero dell’Economia, sarebbe per loro un danno.

“Si tratta di un immobile – denuncia la Camera degli avvocati tributaristi - inadeguato ad ospitare organismi giudiziari, con pochissimi locali da adibire ad aula di udienza. Si trova in una zona distante dal centrocittà e da altri uffici sia finanziari che soprattutto giudiziari.Tutti i giudici tributari, impegnati in altre professioni svolte in uffici del centro cittadino o provenienti da altre sedi, e i professionisti che si occupano di contenzioso tributario, avrebbero notevoli difficoltà a svolgere la propria attività, spesso operando contemporaneamente presso altri uffici, come tribunale, Tar, Corte dei Conti, giudici di pace, Inps, Inail, Agenzia delle Entrate”.

C’è anche un problema di sicurezza. “L’immobile – spiega l’avvocato Cuva – situato al piano terra ed in locali particolarmente esposti, può risultare in contrasto anche con le evidenti esigenze di sicurezza dei magistrati sottoposti a tutela, delle quali non può non tenersi conto”. “I locali scelti dal ministero – gli fa eco Giuseppe Guzzo, segretario regionale Amt – non possono assolutamente accogliere i magistrati togati costretti a muoversi con la scorta per le funzioni particolari da loro svolte”. “Non molliamo, monitoreremo giorno dopo giorno la vicenda – dice Giuseppe Di Stefano, vice presidente dell’ordine degli Avvocati – e siamo disposti a prese di posizioni forti. Siamo disponibili al dialogo col ministero purché questo dialogo si apra e non si continui nel silenzio degli ultimi anni”.

E ancora. “Pur condividendo le necessarie esigenze di economicità, nell’ottica della spendingreview – dice Salvino Pillitteri, vice presidente dell’Amt, l’Associazione nazionale magistrati tributari – è sicuramente possibile individuare con il Demanio locali più adatti. In via Titina De Filippo prima si trovavano gli uffici dell’Inps, poi trasferiti proprio per l’inadeguatezza della struttura. Locali non idonei ad un servizio amministrativo, meno che mai adatti ad ospitare un organo di giustizia. Questo trasferimento – aggiunge il vice presidente –, è la punta dell’iceberg di una disattenzione massima che il ministero dell’Economia e della Finanza ha nei confronti della giustizia tributaria. Il Mef fa muro di gomma. La giustizia tributaria merita attenzione e riconoscimento, non può restare sotto l’egida del Mef ma deve essere trattata come il Tar o la Corte dei Conti, facendo così capo non più al ministero dell’Economia ma alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il consiglio di presidenza della giustizia tributaria – conclude – ha fatto una delibera condividendo le esigenze dei giudici e degli operatori tributari, chiedendo un incontro col Mef”. Ribadita l’astensione di tre giorni dalle udienze, entro la fine dell’anno. Le date saranno comunicate dopo aver reso noto lo stop al Garante nazionale.

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