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Caso Shalabayeva, a giudizio il questore di Palermo Cortese e altre sei persone

Il questore di Palermo, Renato Cortese
Il questore di Palermo, Renato Cortese, all'epoca dei fatti capo della squadra mobile di Roma e  l’allora responsabile dell’ufficio immigrazione Maurizio Improta,oggi questore di Rimini,  sono stati rinviati a giudizio dal gip di Perugia per il presunto rapimento di Alma Shalabayeva.
Gli indagati sono accusati a vario titolo di sequestro di persona e falso. L’inizio del processo nei loro confronti è stato fissato il 24 settembre del 2019. Tutti hanno sempre sostenuto la correttezza del proprio comportamento. L’inchiesta sull'espulsione dall’Italia di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Muktar Ablyazov, e della loro figlia Alua (avvenuta a Roma nel maggio del 2013) è approdata a Perugia per competenza in seguito al coinvolgimento del giudice di pace Lavore.
La donna e la figlia sono poi tornate in Italia e a Shalabayeva è stato riconosciuto l’asilo politico.
Per questo procedimento è stata rinviata a giudizio  il giudice di pace Stefania Lavore e  quattro poliziotti coinvolti a eccezione di Laura Scipioni prosciolta «perché il fatto non costituisce reato». Prosciolti anche i tre funzionari dell’ambasciata del Kazakistan per i quali è stata riconosciuta l’immunità diplomatica.

 

 

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