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Se il grottesco di Pennac finisce per essere... tela

Letteratura a colori. Parole a tinte forti. Storie su tela. Resoconto d'artista nel catalogo che la pittrice Cristina Correnti dedica alla sua ultima mostra «AAA Cercasi Capro espiatorio». L'ha ospitata la cavallerizza di Palazzo Sant'Elia e ha avuto successo di pubblico internazionale. E sì, perché l'esposizione di dipinti e installazioni si è ispirata apertamente al ciclo di Malaussène, personaggio-capolavoro di Daniel Pennac, scrittore francese amatissimo anche in Italia.

Correnti esplora la saga a piene mani, estrae personaggi, li ridisegna, li ammanta di rosso, arancio, giallo, azzurro. Installa corpi (avvenenti manichini) e li tatua per protesta proprio contro il dilagare dell'inchiostro sulla pelle. La pittrice incrocia la sua arte con la letteratura e attraversa le istanze della realtà, anche le più scomode: intolleranza, dolore, lutto, urgenza e creatività da sopravvivenza.

L'allestimento della mostra, curato dalla giovane Martina Martire, si raccoglie in 80 pagine piene di colore e informazioni. Pennac aleggia sempre come un padre putativo.

I suoi protagonisti hanno capacità divinatorie, muovono il pennello. Malaussène è un fratello, è il capro espiatorio che abita in chi dipinge sotto la spinta del bisogno di lasciarsi alle spalle il peso del passato, farci i conti, riciclare emozioni e guardare al futuro.

Cristina Correnti è nata nel 1966. Vive e lavora a Roma. Si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Palermo, la sua città di sempre. Per questo le riesce bene il gemellaggio fra la Vucciria e Belleville, dove vive la strampalata, immaginaria e umanissima famiglia di Benjamine Malaussène.

«La periferia multietnica di Parigi assomiglia molto al nostro storico mercato - dice Correnti – Ho trovato l'accostamento molto attuale in questo momento in cui l'Italia arretra sul piano della capacità di accogliere».

Nel catalogo ci sono tante immagini ma anche i testi di Giovanna Koch, Maurizio Carta e Aurelio Pes. Quest'ultimo si esprime sulle ragioni dell'arte di Correnti che definisce «una perfetta fusione di quotidiano e cosmico, di leggerezza e austerità».

La pittrice stessa è esplicita nel dire che la poetica di Pennac le sembra quanto mai contemporanea. E del resto la sua espressione su tele, oggetti e attrezzi attinge da tutto ciò che è odierno, tragico e ironico fino al grottesco. Così come talvolta è la vita. Il percorso di Cristina Correnti è sul suo sito, cristinacorrenti.it. Sincero sottotitolo: Resistenza creativa.

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