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Il corteo contro il vertice sulla Libia a Palermo, sfilano in 500: "No ai signori della guerra"

È stato un corteo tinto dal rosso delle bandiere al grido di "Libia libera", "No alle frontiere" e "Verità per Giulio Regeni" quello che, nel giorno dell’apertura del vertice internazionale a Palermo col premier Conte a fare da padrone di casa, ha sfilato per le strade del centro città fino in piazza Verdi, distante 4,1 km dalla zona rossa circoscritta attorno a Villa Igea, dove i leader discutono del futuro del paese nordafricano.

A sfilare sono state circa 500 persone per la contro-manifestazione "Interferenze" con il cordone di polizia che ha seguito i manifestanti durate il tragitto, senza alcun problema. In piazza militanti di Sinistra comune, dei Cobas, dei proletari comunisti, ragazzi dei centri sociali, esponenti di Potere al popolo e Rifondazione comunista.

«Cinquestelle traditori, degli americani siete servitori» è l'urlo che ha scandito la marcia, dei manifestanti, alcuni con le bandiere del comitato "No Muos". «No ai signori della guerra che si sono riuniti a Palermo, gli stessi che hanno provocato la guerra in Libia», ha scandito più volte la piazza, che ha contestato anche il generale Al Sisi, presidente dell’Egitto, invocando verità sulla morte di Giulio Regeni, il cui nome era scritto nello striscione in testa al corteo.

«Palermo ha scelto nella sua storia un’altra idea di Mediterraneo, senza muri né odiosi fili spinati che impediscono la libera circolazione delle persone - dice Giusto Catania di Sinistra comune -. A Villa Igea stanno discutendo di come garantire gli interessi delle multinazionali dell’energia in Libia, mentre per le strade della città stanno sfilando coloro che vogliono costruire un Mediterraneo di pace».

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