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Conferenza sulla Libia a Palermo, città blindata e proteste dei centri sociali

Una Palermo blindata si prepara a ospitare il vertice internazionale sulla Libia, in programma oggi e domani. In campo strette misure di sicurezza, concentrate soprattutto nel quartiere dell'Acquasanta e attorno a Villa Igiea, il quartier generale del summit. E come annunciato da gruppi sociali e alternativi, non mancano le contestazioni.

Per garantire la sicurezza nel capoluogo sono scese in campo unità cinofile antiterrorismo, polizia, carabinieri, guardia di finanza, reparti speciali e 600 vigili. Controlli via terra, via aerea e anche via mare, considerato che Villa Igiea si affaccia proprio sulla costa. L'intero sistema di videocontrollo con le telecamere del Comune è stato collegato al sistema interforze.

Rivoluzionato anche il traffico, con la circolazione vietata in una ventina di strade, tra proteste e disagi dei residenti in parte attenuati da servizi di bus navetta. Gli svincoli tra viale Lazio, viale Michelangelo, piazza Bolivar sulla circonvallazione saranno chiusi solo al passaggio delle delegazioni istituzionali.

Divieti di sosta invece in una vasta area che va dal porto a Partanna Mondello. Un centinaio di barche ormeggiate al porticciolo dell'Arenella sono state spostate altrove. Divieti in vigore dalle 24 di sabato fino alle 7 di mercoledì in prossimità degli alberghi che ospiteranno i partecipanti al summit.

E come detto in precedenza, non sono mancate le proteste. Nel corso della serata di ieri, il centro storico è stato letteralmente invaso da un corteo di mille giovani dei centri sociali della città per la Street Parade, organizzata con l'intento di manifestare il loro dissenso sulla Conferenza e sulla conseguente militarizzazione della città.

Partiti da piazza Rivoluzione, i manifestanti hanno lanciato messaggi «contro le politiche guerrafondaie e i falsi processi di pacificazione, contro la speculazione sui poveri e la discriminazione razziale, contro una città militarizzata e negata di cui non si è più liberi abitanti ma ostaggio dei potenti e delle loro necessità».

«Non possiamo accettare che la nostra città ci venga sottratta per permettere lo svolgimento di un summit assolutamente inutile - afferma Nicola Calcavecchia dei centri sociali palermitani - dal momento che ciò di cui, sostanzialmente, si discuterà sarà come spartirsi i resti della Libia per renderla una zona franca dove sospendere i diritti umani e  incarcerare migliaia di migranti, oltre che parecchio dispendioso economicamente e fallito ancor prima di iniziare».

«Bisogna infatti assolutamente sottolineare - prosegue - oltre all'assenza dei grandi capi di Stato al posto dei quali vi saranno i semplici delegati, la defezione di una delle fazioni libiche, particolare non da poco se si considera che l'intento  manifesto del summit era proprio quello di  trovare un accordo tra le fazioni».

Una carovana che, per tutta risposta, con cori, speakeraggio e musica ad alte frequenze ha voluto arrecare disturbo a danno degli ospiti del summit che si trovano a soggiornare presso alcuni degli alberghi del centro storico.

«Tali loschi individui a Palermo non hanno il permesso di dormire sonni sereni, i palermitani non sono ostaggio dei potenti della Terra. A loro i lussuosi alberghi e i salotti per le conferenze, a noi le strade e le piazze della nostra città da vivere e attraversare come meglio crediamo», afferma Alessandro Tagliarini giovane dei centri sociali palermitani.

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