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Festival Sky Arte, l'incontro con il nipote di Tomasi di Lampedusa: "Palermo è una città ibernata"

«Un palermitano direbbe, sì un bel libro, ma quelli sono morti, perché far tornare in vita i morti?».

A Palermo va in scena il Festival di Sky Arte e al teatro Garibaldi uno degli incontri più attesi è quello tra il regista Roberto Andò, il direttore della Festa del Cinema di Roma Antonio Monda e Gioacchino Lanza Tomasi, nipote dell’autore del celeberrimo Gattopardo, diventato poi anche una pietra miliare del cinema con l’indimenticabile film di Visconti.

Un’ora di ricordi, aneddoti, considerazioni, introdotte da quattro clip del film con Claudia Cardinale e Alain Delon, un dialogo sulla bellezza, le macerie, la morte e lo splendore  come aspetti emblematici di Palermo.

«Tomasi è stato un profeta - sostiene Andò - un grandissimo scrittore che ha captato ombre nascoste della società che sarebbero emerse solo dopo, capace di accostare nella stessa opera un percorso proustiano di memoria e di conoscenza del proprio mondo interiore all’aspetto politico morale».

Le immagini rimandano le scene ormai iconiche dell’ingresso di Angelica a Palazzo, quel meraviglioso salone delle feste nel quale poi avviene l’incontro con Tancredi.

«Per Visconti si trattò di un film decisivo - commenta Andò - lo usò per impossessarsi della sua vera voce».

Il regista ricorda poi la gestione complicata del romanzo, con il partito comunista che voleva che ne emendasse una parte. Una clip dopo l’altra, il discorso passa a Palermo e alla Sicilia, al binomio tra bellezza e decadenza, al senso di morte.

Palermo, sostiene il nipote di Tomasi di Lampedusa, «esiste solo perché non c'è stato il denaro per ricostruirla, tutte le ricostruzioni sono orribili, una città ibernata».

A girare per le strade e le piazze di questa fantastica città oggi, non sembra proprio così.

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