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Palermo, è morto in ospedale il boss della Guadagna Salvatore Profeta

Il boss Salvatore Profeta al momento dell'arresto

È morto ieri sera il capomafia della famiglia di Santa Maria di Gesù, Salvatore Profeta. Il boss dal novembre del 2015 era detenuto nel carcere di massima sicurezza di Tolmezzo, in provincia di Udine, per scontare una pena di 8 anni e 2 mesi.

Profeta era ricoverato da dieci giorni in ospedale, a stroncarlo sarebbe stato un infarto.

Profeta, 73 anni, era ritenuto tra gli uomini più fedeli al capomafia Stefano Bontade, assassinato nel 1981 nella guerra scatenata dai corleonesi di Totò Riina contro la cosiddetta 'mafia perdente'. Condannato all'ergastolo per la strage di via D'Amelio, dove nel '92 furono assassinati Paolo Borsellino e gli agenti di scorta, Profeta è stato rimesso in libertà nel 2011 dopo che i vari processi hanno accertato le dichiarazioni mendaci del falso pentito Vincenzo Scarantino.
Tornato alla Guadagna, Salvatore Profeta riprese in mano le redini del clan col suo vecchio stile da 'padrino'.
Parlando di lui, l'ex procuratore aggiunto di Palermo, Leonardo Agueci, disse: "Profeta non solo era il boss riconosciuto ma si atteggiava anche come tale"; aveva scelto come 'ufficio' un bar nella piazza principale del quartiere e ogni giorno riceveva persone, dispensava aiuti e favori per rafforzare il controllo del territorio".
Il boss fu arrestato tre anni fa per associazione mafiosa, estorsione e rapina: processato, fu condannato a otto anni e due mesi che stava scontando nel carcere di Tolmezzo.

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