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"Non fermarono abusivismo edilizio", citati 2 ex sindaci di Casteldaccia

Avrebbero chiuso un occhio su alcuni abusi edilizi. Con questa la Procura regionale della Corte dei conti siciliana ha citato a giudizio due ex sindaci di Casteldaccia. Coinvolti anche due responsabili della gestione del patrimonio immobiliare del Comune, tutti sono ritenuti responsabili di un danno erariale di oltre 239.000 euro.

Una accusa, secondo i giudici contabili, legata alla mancata attuazione degli obblighi derivanti dalla legge sul contrasto all’abusivismo edilizio.

Le indagini sono state portate avanti dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Palermo. Gli investigatori hanno accertato che gli ex amministratori avrebbero permesso agli autori degli illeciti di continuare a beneficiare degli immobili costruiti abusivamente senza corrispondere alcuna indennità di utilizzo, né la tassa sui rifiuti e gli altri tributi previsti dalla legge. Da qui il danno per le casse del Comune.

"In questo quadro - si legge in una nota delle fiamme gialle -, il danno è stato qualificato in termini di mancata riscossione dell’indennità di occupazione che gli enti locali avrebbero dovuto esigere dagli autori dell’abuso, rimasti occupanti/beneficiari degli immobili a causa dell’inosservanza da parte dei responsabili comunali delle richiamate incombenze amministrative".

Il procuratore regionale della Corte dei Conti, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, aveva già ammonito gli amministratori locali, affermando: "L’intollerabile inerzia di molti comuni nei confronti dell’abusivismo edilizio non solo deturpa il paesaggio ma è anche fonte di danno erariale per specifiche poste di danno, individuate nella mancata acquisizione dell’immobile al patrimonio comunale, nella mancata riscossione delle indennità di occupazione sugli immobili acquisiti al patrimonio comunale, nella mancata riscossione di tributi e tariffe connesse alla fruizione immobiliare, e, da ultimo, nella mancata o tardiva irrogazione della sanzione per l’inottemperanza alla demolizione".

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