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Teatro Massimo, Wellber è il nuovo direttore musicale: l'incontro a Monaco di Baviera

Francesco Giambrone, Gabriele Ferro, Omer Meir Wellber, Leoluca Orlando

Un incontro che ha conferito ad Omer Meir Wellber il ruolo di direttore musicale della Fondazione Teatro Massimo di Palermo a partire dal 1° gennaio 2020. Mentre l'attuale direttore musicale, Gabriele Ferro, continuerà il suo percorso con il Teatro Massimo ma nel ruolo di direttore onorario a vita.

E' quello che si è svolto a Monaco di Baviera tra il presidente della Fondazione Teatro Massimo Leoluca Orlando, il sovrintendente Francesco Giambrone, e Gabriele Ferro che hanno incontrato appunto il maestro Omer Meir Wellber per sancire l’accordo.

Accordo fatto, alla Bayerische Staatsoper è poi andato in scena la rappresentazione de Les vêpres siciliennes di Giuseppe Verdi sotto la direzione di Wellber, in occasione dell’Opernfestspiele del teatro bavarese.

Per il Sovrintendente Francesco Giambrone «la scelta di nominare come Direttore musicale Omer Meir Wellber, che succede a Gabriele Ferro, contribuisce a delineare un progetto culturale di grande respiro. Il Teatro Massimo così costruisce il suo futuro con la massima attenzione alla qualità e all’eccellenza della produzione e della programmazione culturale».

Il sindaco Leoluca Orlando ha espresso la soddisfazione della città e della stessa Fondazione Teatro Massimo: «La presenza a Palermo del Maestro Wellber confermerà in futuro e già oggi conferma lo straordinario cambiamento culturale degli ultimi anni e l’attrattività di Palermo che trova uno dei suoi punti di forza nella altissima qualità artistica del Massimo. Il Maestro Wellber è tra i più grandi direttori di orchestra internazionali ed è in armonia con la dimensione al tempo stesso mediterranea e mitteleuropea che costituisce visione, sensibilità culturale e criterio di vita quotidiana a Palermo».

Il Maestro Omer Meir Wellber è «molto contento di entrare a far parte della famiglia del Teatro Massimo. Si tratta di una grande amicizia iniziata quasi dieci anni fa, e non vedo l’ora di accompagnare questo teatro nella terza decade del ventunesimo secolo. La musica, che è un’arte che esiste solo nel presente, ci costringe a respirare e pensare all'unisono».

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