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Palermo, vandali a Brancaccio: sfregiato il luogo dell'omicidio di Padre Puglisi

Vandali in piazza Anita Garibaldi, a Brancaccio, Palermo

Raid vandalico in piazzetta Anita Garibaldi, a Brancaccio, luogo in cui 25 anni fa venne assassinato Padre Pino Puglisi e dove Papa Francesco farà tappa durante la sua visita a Palermo, il 15 settembre, in memoria proprio del Beato Puglisi.

Ignoti hanno rubato uno dei lampioni che illuminano la statua di don Pino e divelto alcuni dissuasori, dal peso oltre 70 kg, disposti per impedire alle auto di parcheggiare nella piazza.  A darne notizia è il Centro Padre Nostro di Brancaccio, fondato da Padre Puglisi e oggi presieduto da Maurizio Artale, più volte vittima di minacce per la costante attività svolta nel difficile quartiere.

Gli atti vandalici sono avvenuti, probabilmente, la notte del 23 luglio scorso. La piazza infatti è sorvegliata da una pattuglia della polizia municipale dalle 8 alle 20.

"Forse non è stata gradita la presenza da più di 10 giorni di una pattuglia della polizia municipale che presidia la piazza, impedendo il posteggio delle auto nella metà di marciapiede non delimitata dai dissuasori", dice Maurizio Artale, presidente Centro Padre Nostro.

Artale lancia un appello chiedendo maggiore sorveglianza nell'area: "Credo che sia arrivato il momento di monitorare Piazzale Anita Garibaldi con l'ausilio di un sistema di videosorveglianza, considerata l'importanza che questa piazza ricopre nella città di Palermo".

“Questo vile gesto -dichiara Nino Tranchina presidente Acli Palermo - non aiuta certamente quel percorso, avviato da Padre Pino Puglisi, di un quartiere che intende riscattarsi. Il suo martirio deve risvegliare le coscienze affinchè i nostri figli non debbano ancora assistere  a questa minoranza di balordi che infangano l’intero quartiere di Brancaccio e di conseguenza la nostra città. Sicuramente la presenza delle Forze di Polizia di pattuglia non lascia i residenti da soli, ma incrementarlo con un sistema di videosorveglianza, per le ore notturne diventerebbe un ulteriore deterrente.”

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