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Nascondevano l'arsenale del clan di Bagheria, 2 arresti - Nomi e foto

Di Bella e Liga

Avrebbero nascosto le armi del clan di Bagheria. Sono scattate due ordinanze di custodia cautelare in carcere per Pietro Liga, di 52 anni, nipote di Giuseppe Scaduto, ritenuto capo del mandamento mafioso bagherese, arrestato nel mese di ottobre 2017 e Gioacchino Di Bella, di 63 anni. Entrambi già detenuti nel carcere dei Pagliarelli di Palermo.

I carabinieri hanno notificato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del tribunale di Palermo, su richiesta della Dda per i due che sono ritenuti responsabili, in concorso, di "detenzione e porto in luogo pubblico di armi comuni da sparo e clandestine".

I provvedimenti sono stati emessi nell'ambito delle indagini che, nello scorso mese di gennaio, avevano già portato all'arresto, in esecuzione di un provvedimento di fermo d'indiziato di delitto per sei persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata detenzione illecita e porto di arma da fuoco.

L’operazione è stata denominata "Legame". Le indagini avevano permesso di accertare l'appartenenza di alcuni degli arrestati, a cosa nostra' e di ricostruire episodi estorsivi, commessi da suoi affiliati ai danni di operatori economici del territorio di Bagheria.

I dati investigativi raccolti come intercettazioni telefoniche ed ambientali, videoriprese, testimonianze delle vittime dei reati, sono state confermate dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, che in passato avevano occupato ruoli rilevanti nella famiglia mafiosa bagherese,  hanno permesso di ricondurre l'appartenenza di alcuni degli indagati alla stessa famiglia mafiosa, sempre capace di riorganizzarsi dopo ogni operazione di polizia, con l'immediata sostituzione degli arrestati.

Sono stati anche verificati dagli inquirenti e alcuni episodi estorsivi che hanno danneggiato operatori economici di Bagheria.

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