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Borsellino, un minuto di silenzio e agende rosse in via D'Amelio. Il fratello: "26 anni di giustizia occultata"

Un minuto di silenzio alle 16,58 in via D'Amelio, a Palermo. Quella è l'ora della strage che 26 anni per mano della mafia fa uccise il giudice Paolo Borsellino e i 5 agenti della polizia di Stato Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, che facevano parte della sua scorta.

Alcune centinaia di persone presenti per le manifestazioni dell'anniversario, hanno osservato un minuto di silenzio. Poi sono stati suonati il Silenzio e l'inno di Mameli cui è seguito un lungo applauso. Molti giovani hanno alzato verso l'alto la mano che teneva l'agenda rossa simbolo della richiesta di verità e giustizia sulla strage.

È il momento centrale delle manifestazioni in ricordo dell'attentato di via D'Amelio, iniziate in settimana e che oggi, l'anniversario, hanno coinvolto tutta la città, i bambini le istituzioni.

Un attentato, quello di via D'Amelio, che nasconde ancora troppi lati oscuri come ha ribadito Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato, che è tornata sul tema del depistaggio. "Le motivazioni del Borsellino quater - ha spiegato al termine dell'audizione in commissione antimafia all'Ars - hanno avvalorato quanto sapevamo sui depistaggi. Io racconto fatti, mi riferisco a dati contenuti nelle carte processuali. Se la procura di Caltanissetta e i magistrati del tempo hanno fatto male, è giusto che rendano conto del loro operato. Vertici istituzionali e investigatori che hanno ordito il depistaggio sulla strage di via D'Amelio, hanno fatto male non solo a noi ma all'intero Paese; è stata offesa anche l'onorabilità della magistratura".

Con la sorella Lucia e il fratello Manfredi, Fiammetta questa mattina ha partecipato nella chiesa di San Francesco Saverio a Palermo, alla messa in memoria delle vittime della strage, celebrata da parroco Don Vito Scordato. Alla funzione religiosa e commemorativa tra gli altri anche il questore di Palermo Renato Cortese, il prefetto di Palermo Antonella De Miro è il sottosegretario agli Interni Stefano Candiani.

Don Cosimo Scordato durante la funzione religiosa ha citato alcuni episodi della vita di Paolo Borsellino, che frequentava la parrocchia. "Quando assisteva alla messa - ha detto Don Cosimo - era quasi una presenza invisibile, si metteva in ginocchio in segno di dedizione nei confronti del Signore".

Don Cosimo poi ha indicato ai fedeli una statuetta della Madonna, donata alla chiesa del quartiere dell'Albergheria da Agnese Borsellino, la moglie defunta del magistrato, a nome della famiglia, sistemata nel lato destro della chiesa.

"Siamo qui dopo 26 anni - ha commentato Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, dal palco di via D'Amelio -. Sono lunghi 26 anni di giustizia occultata. Dopo anni di depistaggi ci sono state due sentenze che finalmente mostrano una strada nuova di verità e giustizia quella vera. La sentenza di Caltanissetta dice che c'è stato un depistaggio di Stato e dice che ad averlo portato avanti sono stati funzionari infedeli dello Stato".  "Ma c'è una cosa ancora più grave - ha detto - e cioè che quello quanto è stato messo in bocca a quel 'balordo di quartiere' erano elementi veri. Come è che venuto fuori dalle rivelazioni di Spatuzza". "E allora mi chiedo - ha aggiunto - come facevano funzionari infedeli dello Stato a conoscere questi elementi veri? Chi ha ordito e portato avanti il depistaggio aveva partecipato alle stragi o era a contatto con chi le ha fatte?". "E questa è soltanto una delle cose che mi chiedo. Come hanno potuto magistrati di Caltanissetta avallare il depistaggio di uno pseudo pentito che decine di volte ha tentato di ritrattare quello che gli avevano messo in bocca? Mi chiedo come abbiamo potuto avallare un depistaggio che era evidente fosse tale". ha concluso.

Ricordando il fratello, ha detto che "è stato sacrificato sull'altare della trattativa. Se fosse stato ucciso dal 'nemico' non ci sarebbe una via D'Amelio. Non saremmo qui con queste agende rosse a chiedere verità e giustizia. E queste sono ferite che non si rimarginano, sono ferite che fino alla fine della nostra vita continuano".

In mattinata nel luogo dell'attentato  i bambini  hanno preso parte alla manifestazione: "Coloriamo Via D'Amelio". Animazioni, laboratori, letture hanno impegnato i protagonisti in collaborazione con gli studenti del Corso di laurea in Scienze della Formazione primaria UKE, Nati per leggere Sicilia e Laboratorio Zen.

Al Parco Uditore, invece, sono stati piantati degli alberi in ricordo delle vittime della strage. Alle 18, invece, verrà presentato il libro "La Repubblica delle Stragi". Intervengono Salvatore Borsellino, fratello del giudice, Roberto Scarpinato, Giovanni Spinosa, Fabio Repici e Giuseppe Lo Bianco.

Tra le iniziative, alla presenza del capo della polizia, Franco Gabrielli, la cerimonia di ricordo delle vittime con deposizione di corone di alloro sulla lapide commemorativa, nel Reparto Scorte della Questura. Alla caserma "Pietro Lungaro", invece, la messa officiata dall'arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, in ricordo dei caduti in via D'Amelio.

Alle 19.30, sarà trasmesso in via D'Amelio un video con materiale inedito dal titolo "Nuove ipotesi sul furto dell'Agenda Rossa di Paolo Borsellino", mentre alle 22, sempre nel luogo della strage, va in scena "Le parole rubate", di Gery Palazzotto e Salvo Palazzolo, interpretato da Gigi Borruso con le musiche di Marco Betta, Fabio Lannino e Diego Spitaleri.

Il giudice e gli agenti della scorta verranno ricordati anche al teatro antico di Segesta dove alle 19.15, andrà in scena Jaco - tributo a Jaco Pastorius. Concerto in ricordo di Paolo Borsellino. Primo appuntamento della nuova stagione del Calatafimi Segesta Festival - Dionisiache 2018.

 

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