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Richiesta di dissequestro di oltre un milione per il Palermo: decisione entro il 22 luglio

Maurizio Zamparini

Il tribunale del Riesame di Palermo si è riservato di decidere sulla richiesta di dissequestro presentata dai legali del Palermo calcio e dell'ex patron rosanero Maurizio Zamparini a cui il gip, su input della Procura, il mese scorso aveva sequestrato complessivamente un milione e 135mila euro.

Un milione era stato sequestrato alla società, 100 mila euro all'ex presidente rosanero. All'udienza di oggi ci sono state le repliche delle parti. I giudici decideranno entro il 22 luglio.

Il provvedimento è stato adottato nell'ambito dell'inchiesta, avviata un anno fa dalla Guardia di Finanza che ipotizza a vario titolo a carico del patron friulano, del figlio, della segretaria, di cinque professionisti e dell'attuale presidente della società calcistica Giovanni Giammarva i reati di false comunicazioni sociali, ostacolo alle funzioni di vigilanza della Co.Vi.So.C., sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e autoriciclaggio.

Alla U.s. Città di Palermo S.p.a., persona giuridica, è stato contestato l'illecito amministrativo che deriva dal reato di autoriciclaggio che sarebbe stato commesso dall'ex presidente.

Le Fiamme gialle hanno disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di 1.135.077 euro, somma trovata sul conto corrente intestato alla società rosanero. Secondo gli inquirenti, sarebbe il profitto dei reati di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e autoriciclaggio e dell'illecito amministrativo commesso a vantaggio della società. Nell'ipotesi della Procura Zamparini di sarebbe sistematicamente servito della Mepal srl, società nata per la commercializzazione dei prodotti rosanero di cui era l'amministratore di fatto, come di una sorte di "cassaforte", per mettere al riparo le disponibilità correnti della società dalle procedure esecutive dell'Erario, nei cui confronti il club era esposto per milioni di euro fino al 2017. Per rendere possibili tali spostamenti di denaro, sarebbero stati simulati dei finanziamenti verso la Mepal srl.
La Mepal è stata ceduta per 40 milioni a una società con sede in Lussemburgo, la Alyssa, che, per i pm, sarebbe comunque sempre riconducibile a Zamparini. Secondo la Procura il valore del marchio sarebbe stato nettamente inferiore e la sopravvalutazione avrebbe consentito di creare una sorta di riserva monetaria poi reimpiegata per ripianare il bilancio in rosso di 27 milioni di euro della Us Citta' di Palermo.
Secondo l'accusa, peraltro, l'operazione di cessione sarebbe stata fittizia visto che la Alyssa di fatto era della famiglia Zamparini. Contestualmente all'indagine penale, la Procura ha chiesto il fallimento della società calcistica. L'istanza è stata respinta dal giudice fallimentare. Come è stata respinta la richiesta di arresto avanzata nei confronti dell'ex patron.
Per il gip le dimissioni dalle cariche societarie avrebbero fatto venir meno le esigenze cautelari, ma a suo carico ci sarebbero i gravi indizi di reato. Contro il rigetto della misura dei domiciliari per Zamparini e della misura interdittiva presentata dopo per Giammarva la Procura farà appello. Il ricorso sarà trattato in un procedimento separato, sempre davanti al Riesame.
Nel contesto dell'inchiesta sulla società è emersa la vicenda personale di Zamparini che ha portato all'ultimo sequestro di 100mila euro, somma equivalente alle quote di partecipazione dell'ex patron al capitale sociale dell'U.s. Città di Palermo spa, non essendo state trovate somme di denaro sui conti correnti intestati all'imprenditore friulano. Si sarebbe fatto accreditare bonifici relativi a crediti personali sul proprio conto corrente presso una banca svizzera per evitare eventuali pignoramenti da parte dell'Agenzia delle entrate - Riscossione, nei cui confronti è debitore di decine di milioni di euro.

 

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