Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Tratta di migranti, eritreo estradato a Palermo: non sono io il capo dei trafficanti

Mered Yehdego Medhane al momento dell'arresto

“Il mio nome è Medhanie Tesfamariam Behre e non sono un trafficante di uomini. Non c’entro nulla con il traffico dei migranti. Sono stato arrestato e torturato per venti giorni dalla polizia del Sudan, ma io non c’entro nulla con questa storia. Sono un migrante come altri”. Lo ha detto l’imputato accusato di aver gestito per anni la tratta dei migranti.

L’uomo fermato in Sudan è stato identificato col nome di Mered Medhanie Yedhego, ma potrebbe trattarsi anche di uno dei tanti alias che il trafficante soprannominato "il generale" usava.

I legali sostengono che il loro assistito, ora sotto processo in corte di Assise a Palermo, si chiami Medhanie Tesfamariam Behre e che sia un falegname eritreo che si trovava in Sudan per imbarcarsi per l’Italia.

Il ragazzo ha sempre sostenuto che ci sia stato uno scambio di persona, ma i magistrati sono certi che si tratti del trafficante ricercato da anni. Yehdego eritreo di 35 anni, secondo i magistrati ha un grosso "spessore criminale" e per anni sarebbe stato impegnato nella "incessante attività nell'organizzazione di viaggi via mare verso le coste siciliane".

La difesa, sostenuta dall’avvocato Michele Calantropo, ha depositato una perizia sul Dna del figlio del trafficante di uomini. Il Dna del bambino di due anni e mezzo, figlio di Lydia Tesfu Hannes e di Medhanie Yehdego Mered, non è compatibile con quello del giovane finito in carcere nel maggio del 2016.

“Non è lui – dice l’avvocato Michele Calantropo, che davanti alla Corte d’Assise di Palermo difende l’imputato – e d’altronde non poteva andare diversamente perché il mio assistito, come diciamo dal primo giorno, si chiama Medhanie Tesfamariam Behre e non è un trafficante”.

La procura si è opposta al deposito della perizia perché è un atto che sarebbe dovuto essere svolto in contraddittorio dopo una rogatoria.

Non la pensa così Calantropo che ha ribadito che si tratta di indagini difensive. La corte si è riservata.

Caricamento commenti

Commenta la notizia