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Truffa per aumento pensione: sequestro da 115mila euro per due sindacalisti a Palermo

Pensioni gonfiate grazie a finte retribuzioni aggiuntive da parte del sindacato. Protagonisti due insegnati e sindacalisti del sindacato nazionale autonomo lavoratori scuola di Palermo (Snals).

In sostanza, avrebbero dichiarato all’Inpdap, istituto pensionistico, di aver ricevuto dall’organizzazione una retribuzione aggiuntiva rispetto allo stipendio da insegnante. Questo ha consentito loro di maturare un aumento del trattamento pensionistico.

La guardia di finanza ha accertato che la truffa sarebbe stata attuata dai due insegnanti Agata Del Vecchio e da Giovanni Di Pisa. Su delega della procura della repubblica di Palermo, i finanzieri del nucleo di polizia economico–finanziaria di Palermo hanno eseguito un provvedimento emesso dal gip, che dispone il sequestro di 115 mila euro.

In particolare è stato calcolato che Del Vecchio avrebbe ottenuto una pensione gonfiata dal 2009 di 54 mila euro, mentre il Di Pisa di 61 mila euro dal 2012. Per tali vicende entrambi i sindacalisti sono indagati per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato.

Dalle indagini svolte dalle fiamme gialle palermitane è emerso che i due sindacalisti, nella qualità di segretario provinciale vicario e di segretario provinciale, hanno mantenuto durante tutto il periodo del distacco sindacale, fin dagli anni ’80, esclusivamente il diritto allo stipendio previsto per l’insegnamento.
Soltanto un anno prima del pensionamento entrambi avrebbero ottenuto la retribuzione aggiuntiva per le mansioni svolte presso il sindacato. La decisione di assegnare questo “aumento” ai due dirigenti e la sua quantificazione sarebbero state adottate dal sindacato in sede di consiglio provinciale e formalizzate in appositi verbali, che sarebbero stati manipolati con indicazioni apposte a penna,  in un momento successivo.

Tuttavia, dai rendiconti annualmente predisposti, dalla documentazione di dettaglio delle spese sostenute dal sindacato e dalla documentazione bancaria fornita dai diversi istituti di credito interessati è risultato che il sindacato non avrebbe avuto la disponibilità finanziaria per corrispondere i compensi aggiuntivi ai due dirigenti.

Pertanto, Del Vecchio e Di Pisa non avrebbero mai realmente percepito tali somme né svolto funzioni ulteriori rispetto a quelle esercitate in passato, ma nonostante ciò hanno conseguito indebitamente il diritto a ricevere una quota pensionistica integrativa calcolata secondo il metodo retributivo sulla base della retribuzione dell’ultimo anno di attività.

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