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Palermo, omicidio Agostino: perquisita casa di Contrada. Il legale: è una persecuzione

Bruno Contrada

Nino Agostino faceva parte di una struttura di intelligence e dava la caccia ai boss latitanti. Un ruolo che lo ha portato ad avere rapporti con l'ex numero due del Sisde Bruno Contrada e con un altro agente segreto, Giovanni Aiello.

Con loro avrebbe collaborato anche facendo da tramite tra inquirenti e mafiosi di peso come i Galatolo e i Madonia. Solo che a un certo punto, probabilmente sospettando di connivenze tra ambienti di Cosa nostra e investigatori, Agostino avrebbe cercato di fare un passo indietro.

"Per non finire nel calderone", avrebbe detto lui stesso. E per questo sarebbe stato ucciso. E' la verità "raccontata" nel decreto di perquisizione disposto dalla Procura generale di Palermo, che ha avocato l'indagine sul delitto Agostino, a carico di Bruno Contrada, ex 007 ed ex capo della Mobile già condannato per concorso in associazione mafiosa.

"E' in atto una persecuzione giudiziaria", ha commentato il suo legale, l'avvocato Stefano Giordano.

Mettendo insieme una serie di tasselli, dichiarazioni di pentiti, testimonianze di colleghi dell'agente ucciso nel 1989 a Villagrazia di Carini insieme alla moglie, la procura generale ipotizza che Contrada abbia avuto stretti rapporti con la vittima. E che possa conservare documenti, foto, carte utili all'inchiesta.

In particolare a insospettire gli inquirenti è stata una frase intercettata detta da Contrada al figlio: "Non mettere in disordine. I fascicoli, le carte e i libri me li sistemo io poco alla volta", raccomandava a marzo l'ex 007.

Per i magistrati, che hanno individuato oltre alla casa anche altri due immobili da perquisire, sarebbe l'indizio della presenza di materiale interessante. Solo che al termine della ricerca gli agenti della Dia delegati alla perquisizione se ne sono andati con un album di vecchie foto che ritraggono Contrada con l'ex capo della Mobile di Palermo Boris Giuliano ucciso dalla mafia, un verbale processuale con la deposizione di un ex collega nel processo che lo vide imputato e l'inizio di una lettera, mai spedita, indirizzata al pm Nino Di Matteo in cui l'ex 007 tentava di chiarire alcuni aspetti della sua deposizione sul delitto Agostino.

Contrada non è indagato per l'omicidio, ma per gli investigatori potrebbe essere la chiave per decifrare un delitto ancora senza colpevoli.

Gli indagati, al momento, sono i boss Antonino Madonia e Gaetano Scotto. Per entrambi la Procura ha chiesto l'archiviazione per mancanza di elementi per procedere. Stessa sorte aveva avuto, almeno per l'omicidio, Giovanni Aiello, lo 007 noto anche come "faccia da mostro" per la profonda ferita al volto, morto l'anno scorso.

Una sorta di "killer di Stato", secondo alcuni, uscito di scena processualmente, ma per l'accusa tassello centrale del giallo.

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