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San Martino delle Scale, i Ris al "cimitero degli orrori": si cercano altri resti umani - Video

Da tre giorni sono al lavoro i carabinieri del Ris di Messina al cimitero "degli orrori" di San Martino delle Scale, coadiuvati dai militari della stazione locale e da diverse squadre dei vigili del fuoco.

L’obiettivo dovrebbe essere quello di dare un nome ai numerosi resti umani che sono sparsi non solo all’interno dell’area del cimitero, ma anche attorno.

Sono tante le persone che si sono rivolte ai carabinieri di San Martino per fare un esposto. Nel frattempo il cimitero rimarrà chiuso a tempo indeterminato, fino a quando i Ris non avranno compiuto questi importante interventi di campionamenti per risalire al Dna dei defunti.

I militari del Ris sono stati incaricati dalla Procura per avviare le indagini sull’occultamento delle salme che, secondo gli inquirenti, sarebbe stato compiuto da Giovanni Messina e dai suoi sodali per numerosi anni. I carabinieri in questi giorni sono stati coadiuvati del reparto Speleo Alpino Fluviale dei vigili del fuoco, che sono scesi nei cunicoli e nelle gallerie dove potrebbero trovarsi i resti umani, che i militari dovrebbero campionare. Le indagini dei Ris dovrebbero andare avanti fino al 23 giugno.

I militari lavoreranno per identificare le salme che si suppone siano state spostate. Alle operazioni dei carabinieri stanno assistendo anche l’abate del monastero di San Martino delle Scale, Vittorio Rizzone, ma anche i legali  incaricati dalle parti offese e dagli indagati.

Tra questi c’è anche l’avvocato Salvino Caputo, che difende gli indagati Giovanni Messina, la moglie Erminia Morbini, Messina Salvatore (detto Salvo) e Messina Salvatore (detto Salvuccio). Presente anche  il legale Carella, difensore dell’ex parroco dell’Abbazia, Michele Musumeci, pure lui iscritto nel registro degli indagati.

Nei giorni scorsi, il Tribunale del Riesame ha revocato la misura cautelare in carcere e applicato gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. I tre Messina, Antonino Campanella e Erminia Morbini, rimangono comunque indagati insieme al parroco Michele Musumeci e ad altre cinque persone.

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