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Mafia a Palermo, respinta la richiesta di scarcerazione di Bacchi e Lo Baido

Antonio Benedetto Bacchi

La quinta sezione della Corte di Cassazione ha respinto la richiesta di scarcerazione per gli imprenditori Benedetto Bacchi e Antonio Lo Baido, i due principali indagati di “Game Over”, che dunque restano rispettivamente detenuti a Udine e Palermo.

Durante il blitz ordinato dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo lo scorso primo febbraio, furono arrestate 31 persone e poste sotto sequestro oltre 40 agenzie di scommesse. Le accuse vanno dal concorso esterno in associazione mafiosa al riciclaggio, dalla concorrenza sleale alla truffa allo Stato.

L’avvocato Antonio Ingroia, che rappresenta i due imprenditori, ha dichiarato: “Nel corso della prossima settimana, presenteremo al gip di Palermo una nuova istanza di scarcerazione per Lo Baido. Per Bacchi la situazione è diversa: chiederà di essere interrogato dalla procura, al contrario di quanto deciso fin qui”.
A Bacchi e alla sua famiglia sono stati sequestrati beni per oltre 4 milioni di euro. Sigilli anche alle quote sociali e all’intero patrimonio aziendale della Phoenix International Ltd, società di diritto maltese cui facevano capo le agenzie di scommesse distribuite su tutto il territorio nazionale. Grazie alla sua capacità di stringere accordi particolarmente vantaggiosi con Cosa nostra, secondo le indagini, Ninni Bacchi avrebbe strutturato una rete commerciale basata su differenti livelli di responsabilità e, conseguentemente, proporzionali percentuali di distribuzione degli utili.

 

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