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Novamusa, assolto Mercadante: la sentenza è diventata definitiva

Assolto - e ormai in via definitiva - Gaetano Mercadante, l’ex rappresentante legale della società «Novamusa», che gestiva il servizio di biglietteria dei maggiori siti archeologici siciliani, che aveva avuto in concessione dalla Regione.

L’accusa per lui era di peculato perché - secondo la Procura di Palermo che lo aveva fatto anche arrestare a dicembre del 2012 - si sarebbe indebitamente appropriato di circa diciannove milioni di euro incassati proprio con la vendita dei biglietti e mai versati alla Regione e ai Comuni. La sentenza che scagiona Mercadante è stata emessa dal tribunale di Civitavecchia, dove si è svolto per competenza il processo, e adesso è diventata definitiva perché né il pubblico ministero né le parti civili l’hanno impugnata.

I giudici hanno stabilito - accogliendo le tesi degli avvocati Grazia Volo e Valerio Spigarelli - che «Mercadante vada assolto per insussistenza del fatto in ragione dell’erronea qualificazione in termini prettamente pubblicistici dell’obbligo di versamento incassi del servizio di biglietteria».

In altri termini, le eventuali irregolarità non hanno rilievo sul piano penale e non possono integrare il reato di peculato. Sul fronte contabile, invece, la società «Novamusa» - e non Mercadante, perché veniva contestata la colpa e non il dolo - è stata condannata ormai in via definitiva da tre anni a pagare il danno erariale da circa diciannove milioni causato sia alle casse regionali che a quelle di tanti Comuni (quelli dove si trovavano i siti archeologici).

L’inchiesta, peraltro, era partita proprio dalla Procura contabile, che poi aveva deciso di trasmettere gli atti a quella penale. In base alla convenzione con l’assessorato regionale ai Beni culturali - così ha stabilito la Corte dei Conti - «Novamusa» avrebbe dovuto incassare solo il dieci per cento sulla vendita dei biglietti, il sessanta avrebbe dovuto essere versato alla Regione ed il restante trenta ai Comuni. Nello specifico, si trattava di sedici milioni che avrebbero dovuto essere versati alla Regione e di quasi tre ai Comuni di Taormina, Siracusa, Castelvetrano, Calatafimi-Segesta e Marsala.

Sa. Fi.

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