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Palermo, così la mafia gestiva la festa alla Noce: autorizzazione a ogni bancarella

La festa rionale del quartiere Noce sarebbe stata interamente gestita da Cosa nostra. Le dinamiche emergono nell’operazione che ha portato a undici arresti. L’indagine è stata condotta dall’aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Amelia Luise, Annamaria Picozzi, Roberto Tartaglia. “La festa rionale nel quartiere Noce – si legge nell’ordinanza - rientra storicamente nella sfera di competenza della locale famiglia mafiosa, costituendo uno dei tratti emblematici della incontrastata egemonia esercitata sul territorio”.

Prima l'organizzazione della festa rionale era stata delegata a Giovanni Buscemi, poi arrestato. La prima cosa da gestire è la regolamentazione dei posti da assegnare alle bancarelle e al pizzo da riscuotere per alimentare la cassa della famiglia della Noce.

Ai tempi di Buscemi, il singolo gestore della bancarella aveva la possibilità di gestire in autonomia il punto vendita ambulante e di trattenere gli utili ricavati, salvo poi dover corrispondere  una sorta di "obolo", calcolato in misura percentuale rispetto ai ricavi.

Quando al vertice è arrivato Giovanni Musso (arrestato) il controllo è diventato più rigido. In primo luogo, è stata bandita la facoltà di scegliere il sito dove collocare la bancarella. Anzi, i singoli operatori devono prima ricevere l'autorizzazione della consorteria per montare i gazebo (“tutti i quattro angoli erano nostri”, dice uno dei mafiosi). In secondo luogo, ogni singola bancarella autorizzata è gestita “a picciotto”: gli incassi sono integralmente destinati alla cassa della famiglia mafiosa e il gestore della bancarella riceve una retribuzione come se fosse un lavoratore dipendente. Questa modalità di gestione delle bancarelle “è suscettibile – dicono i pm - di deroghe eccezionali accordate, per giustificati motivi, dai vertici della cosca”.

Ogni iniziativa non autorizzata non era tollerata. C’è chi ha cercato, per esempio, di conservare una posizione privilegiata sottraendosi alla gestione “a picciotto”  E così deve intervenire Musso e riaffermare le regole: “…tuo cugino si imposta malissimo! Lui si imposta che lui deve montare...No! Lui non monta!...Per come si imposta lui...Lui non monta! “.

 

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