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Palermo, non fa entrare un parente fuori dall'orario: altro infermiere aggredito al Civico

Ospedale Civico

Nuova aggressione all’ospedale Civico di Palermo, ieri, nel reparto di Oncologia medica. Un infermiere ha negato l’accesso ad un familiare di un paziente fuori dall’orario di visita alle 19,30 e per tutta risposta chi gli stava di fronte gli avrebbe sferrato un pugno in pieno volto.

Sul posto sono intervenuti gli agenti della volanti della polizia di stato che sono state allertate dal personale del reparto che ha assistito alla scena. Intanto l’aggressore è fuggito via di gran fretta facendo perdere le proprie tracce.

I poliziotti intervenuti in ospedale hanno raccolto la testimonianza della vittima e di alcuni testimoni. Sono state inoltre acquisite le immagini delle telecamere di videosorveglianza che potrebbero l’aggressore.

“Un’ingiustificabile aggressione ad un operatore sanitario, lontano dall’area d’emergenza, che mette in dubbio la potestà genitoriale perché accaduta in presenza di bambini, tra l'altro in un reparto con pazienti anche in fase terminale”, commenta Giovanni Migliore, commissario dell’'Arnas Civico e vicepresidente Fiaso. E aggiunge: "Un’aggressione ad un operatore sanitario accaduta in presenza di minori, in un reparto con pazienti affetti da tumore, qualcuno in fase terminale, lontano dall’area d’emergenza. Ancora una volta, oltre alla solidarietà incondizionata al nostro dipendente, denunceremo i fatti alla Procura della Repubblica, mettendo a disposizione le immagini del sistema di videosorveglianza".

Il 2 maggio un infermiere del triage dell’ospedale Cervello era stato aggredito e picchiato da alcuni utenti. Anche in quell'occasione sul posto era intervenuta la polizia per riportare al calma.

Lo scorso 24 aprile, invece, una dottoressa di turno al pronto soccorso del Cervello era stata aggredita dalla figlia di una paziente cardiopatica. Il medico aveva consigliato alla donna il trasferimento della signora in un'altra struttura ospedaliera. A quel punto la donna aveva iniziato ad urlare e a spingere con violenza la dottoressa.

Erano  intervenuti i poliziotti chiamati dagli operatori sanitari dell'area di emergenza. Agli agenti il medico aveva raccontato di essere stata spintonata più volte; per questo motivo, pur non essendo stato necessario fare ricorso alle cure mediche, aveva deciso di denunciare la donna che l'aveva aggredita.

Ancora il 13 aprile un infermiere di 50 anni fu aggredito all'ospedale Civico due volte nel giro di poche ore. Gli episodi furono denunciati dai vertici dell'azienda sanitaria alla polizia. Un infermiere fu aggredito dai tre parenti di una ragazza arrivata al pronto soccorso dopo un incidente stradale e alla quale fu dato un codice verde.

I tempi d'attesa provocarono la rabbia dei familiari che avrebbero preteso di avere risposte nel più breve tempo possibile. Offese e spintoni furono  interrotti grazie all'intervento della guardia giurata in servizio al pronto soccorso e di qualche paziente.

Dopo un'ora il medico in servizio (una donna) e lo stesso infermiere furono costretti a chiudersi dentro uno sgabuzzino aspettando l'arrivo della polizia.  Nello stesso ospedale il padre di una bambina arrivata al pronto soccorso avrebbe preteso una visita urgente per sua figlia.

L'infermiere, per proteggere il medico, chiuse una porta, ma il padre della bimba la sfondò. A quel punto l'aggressore inseguì l'infermiere e lo colpì con alcuni pugni. Medico e infermiere riuscirono a trovare riparo nello sgabuzzino e rimasero lì prima di essere liberati dalla polizia dopo qualche decina di minuti.

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