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Arrestata con l'accusa di tratta di minori, rinviata a giudizio l'olimpionica Moskalenko

Larysa Moskalenko

La campionessa di olimpionica di vela, Larysa Moskalenko, l'ucraina arrestata a ottobre del 2013 con l'accusa di far parte di un'organizzazione criminale che rapiva minori contesi per restituirli ai genitori affidatari ai quali erano stati sottratti, è stata rinviata a giudizio assieme al norvegese Martin Waage, al palermitano Luigi Cannistraro e al mazarese Antonino Barazza. Sebastiano Calabrese, originario di Reggio Calabria, ha scelto di essere giudicato in abbreviato.

A deciderlo è stato il gup Marcella Ferrara. Il processo aveva subito un lungo stop per il cambio di giudice. La mente del gruppo – secondo l’accusa rappresentata dal pm Geri Ferrara - era un norvegese, ma la parte operativa veniva curata direttamente da Palermo, dove un’insospettabile ex olimpionica di vela, nata in Ucraina ma da anni trapiantata in Sicilia, metteva a disposizione barche, skipper e anche una struttura alberghiera. Era lei - secondo il gip Nicola Aiello, che firmò l’ordinanza di arresto - a dare supporto logistico all’organizzazione che avrebbe gestito una tratta di minori dal Nord Africa al Nord Europa.

Sono quattro i sequestri su cui hanno indagato gli inquirenti, di cui uno solo tentato. Le indagini erano partite  dall’incendio di un albergo, l’hotel Portorais di Villagrazia di Carini, appiccato nella notte tra il 28 e il 29 maggio del 2012. Dalle conversazioni intercettate, i carabinieri hanno scoperto infatti che Moskalenko (bronzo a Seul nel 1988), che oltre ad essere compagna del proprietario della struttura gestiva un’agenzia di noleggio barche, avrebbe fornito “un contributo concreto – scrivono gli inquirenti - mettendo a disposizione le proprie imbarcazioni, gli skipper di fiducia ed altri strumenti logistici, per l’organizzazione e la concreta esecuzione del rapimento e del trasporto clandestino di minori dal Nord Africa verso Paesi europei”.

“Pensavo fosse tutto lecito, anzi, credevo si trattasse di un’azione umanitaria”, disse Larysa Moskalenko al gip. Una storia che sembra la trama di un film con al centro la Abp World Group, società con sede legale a Malaga che fa capo a un norvegese, Martin Waage, ex militare ed ex paramedico, che aveva messo su una squadra che operava in tutto il mondo.

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