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Scomparsi da Capaci, svolta nelle indagini. Trovato e arrestato uno dei due: "Ha ucciso l'altro"

Giovanni Guzzardo e Santo Alario

PALERMO.  Un giallo che adesso assume contorni più chiari, anche se tragici. Nel giallo della scomparsa dei due uomini di Capaci adesso c’è una drammatica certezza. A distanza di quasi tre mesi i carabinieri hanno infatti trovato e arrestato nelle campagne di Termini Imerese una delle due persone di cui non si avevano più notizie,  Giovanni Guzzardo.

Un uomo adesso accusato dell'omicidio dell'altro, Santo Alario.  I carabinieri del comando provinciale e le compagnie di Termini Imerese e Caccamo stanno ancora perlustrando le campagne attorno a Termini Imerese per trovare Alario.

Un mistero vero e proprio, quello che ha coinvolto i due uomini e le sue famiglie, ci sui non si avevano più notizie dal 7 febbraio, giorno della loro scomparsa. Di certo c’era che i due erano partiti in auto da Capaci, dal bar di Guzzardo. Poi il nulla. O quasi, visto che del loro appuntamento nella zona tra Ventimiglia di Sicilia, Ciminna e Caccamo, erano rimasti dei video mandati da Alario alla compagna Rosalia Sparacio. Guzzardo, 46 anni, gestisce il bar a Capaci ma è originario di Caccamo. Santo Alario, 42 anni, originario di Villabate, ma residente a Carini, ed era impiegato nel bar.

In quelle immagini si vedono i due a bordo di una Panda che girano per le strade attorno a Ventimiglia di Sicilia. "Sto andando a sbrigare una cosa e poi ti dico", aveva scritto Alario alla sua compagna. Poi dalle 15.51 il collegamento Whatsapp si interruppe. Da allora i cellulari di Alario e Guzzardo sono rimasti muti. Sin dalle prime ore della sparizioni erano scattate le ricerche anche con i cani molecolari nella zona di Caccamo e della Diga Rosamarina dove era stata trovata l'auto. Qui sono state analizzate le impronte lasciate attorno all'auto anche per cercare possibili tracce di altre vetture.

Inizialmente le indagini si era concentrate su un finanziamento di 180 mila euro, arrivati a Guzzardo tramite una finanziaria, e che sarebbero serviti per la ristrutturazione  del locale. Secondo gli inquirenti però si sarebbe trattato di una somma eccessiva rispetto alle dimensioni e al valore del bar. Le indagini sono andate avanti, fino alla svolta di oggi.

La famiglia di Alario ha sempre chiesto aiuto e lanciato appelli. "Sto impazzendo - ha continuato a dire per mesi Anna Maria Musso, la madre - Io non capisco cosa doveva andare a fare mio figlio in quei posti sperduti. Non riesco a dormire. Sono una donna distrutta. Chiedo e imploro di sapere cosa sia successo a mio figlio".

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