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Notte bianca Unesco a Palermo, visite gratuite ed eventi alla Zisa

Castello della Zisa - Palermo

PALERMO. Al-Aziz, lo splendido, il glorioso: il palazzo che Guglielmo I volle come buen retiro, lontano dalla corte piena di sè. Sì, perché la Zisa - come ormai comunemente si chiama - era il palazzo della riservatezza, della vita privata; fuori dalle mura, all’interno del Genoardo, il parco reale Jannat al-ar il «giardino o paradiso in terra». Il palazzo sorgeva su un impianto di giardini, con l’elegante peschiera attorno alla quale si organizzavano divertimenti, feste, concerti, lontani dall’autorevolezza del Palazzo Reale.

Finalmente si potrà accedere di nuovo alla Zisa dal suo prospetto principale: il progetto è ormai definitivo e se ne avrà un primo assaggio per la Notte Bianca dell’Unesco, sabato prossimo (10 marzo), dalle 19 alle 24 (ultimo ingresso alle 23). Il pubblico potrà entrare dai giardini, visto che sono stati abbattuti i muretti che impedivano il passaggio. E si inaugura il nuovo bookshop, gestito da CoopCulture, all’interno del quale è allestito un punto di accoglienza con merchandising originale ispirato proprio alla Zisa.

La stessa CoopCulture, società leader nella cura dei servizi dei principali siti italiani, curerà la vendita on line anche dei biglietti. Il palazzo arabo normanno sarà seguito a ruota dal museo archeologico Salinas e dal Chiostro dei Benedettini di Monreale. Sabato sera, dalle 19 alle 24, chi deciderà di visitare gratuitamente la Zisa, potrà anche assistere ad un affascinante videomapping sulla facciata dell’antico «solatium regi», che farà rivivere la storia e i cambiamenti del palazzo che, a loro volta, hanno riflesso gli eventi della città.

Un vero racconto per immagini, a ciclo continuo. Si inizierà con la rievocazione del «paradiso in terra», il parco del Genoardo, tra pavoni e animali esotici, cacciatori, giardini lussureggianti, corsi d’acqua e peschiere che prenderanno vita sulla facciata. Tutto ruoterà attorno all’acqua, elemento salvifico, ma anche cuore strutturale del palazzo. La Zisa possedeva infatti un raffinatissimo sistema idrico di ispirazione araba, che attingeva alle sorgenti del vicino Monte Cuccio.

Un raffinato loop digitale mostrerà l’architettura dell’antico palazzo con le sue bifore: sembrerà di rivivere la velocità di esecuzione dalle sapienti maestranze arabe coinvolte nel cantiere medievale, grazie ad effetti tridimensionali che materializzeranno il gioco delle muqarnas, la decorazione ad alveare salvata dal tempo. Nel medioevo il palazzo arabo diverrà fortezza: compaiono i merli sugli spalti, ma anche i celebri 'diavolì dell’affresco nel sottarco del vestibolo. Poi l’abbandono, il crollo del 1971, il restauro e la rinascita del palazzo, la sua restituzione alla città e la definitiva consacrazione a patrimonio.

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