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La storia di una ricercatrice palermitana protagonista di una puntata di Grey’s Anatomy

Maria Giovanna Francipane

PALERMO. C’è da scommetterci, milioni di telespettatori in tutto il mondo terranno il fiato sospeso e tiferanno per la dottoressa Meredith Grey in uno dei prossimi episodi di Grey’s Anatomy. E se la protagonista della storica serie tv americana vincerà il surgical innovation contest, la gara su tecniche chirurgiche innovative, sarà merito di una giovane ricercatrice palermitana.

Applausi in sala (meglio, sul divano), solo che questa non è più una fiction. Gli autori di Grey’s Anatomy hanno incentrato una intera puntata, una delle principali della serie, sullo studio di Maria Giovanna Francipane, ricercatrice palermitana della Fondazione Rimed che per ora sta lavorando al McGowan Institute for Regenerative Medicine dell’Università di Pittsburgh con il team del professor Lagasse.

E se non è ancora tutto chiaro, provate a immaginare di essere davanti alla tv. Quello che vedrete è esattamente questo. Al Grey Sloan Hospital si svolge il Surgical Innovation Contest, ovvero una competizione di tecniche chirurgiche innovative: le migliori cinque riceveranno un premio in denaro e, successivamente, sarà decretata la proposta vincitrice, che si aggiudicherà cinque milioni di dollari. Per partecipare al contest - siamo sempre nel pieno dell’episodio... - bisogna però sottoporre una proposta in soli 3 giorni e tutti i membri dell'equipe ospedaliera entrano in fibrillazione, sognando la vittoria.

L'idea per una proposta innovativa prende forma in sala operatoria, mentre Meredith Grey (Ellen Pompeo) sta operando una paziente precedentemente sottoposta ad un intervento di splenectomia mal riuscito. Con molta sorpresa, Meredith trova nel corpo della paziente numerose mini-milze, formatesi a partire da frammenti di milza non asportati durante la splenectomia. All’intervento prende parte anche la tirocinante Jo Wilson (Camille Luddington), che commenta: «Peccato che questi frammenti non abbiano dato vita a qualcosa di utile come il rene o il fegato».

È in questo momento che Meredith ha l’idea: «Piccoli frammenti di organo possono svolgere la stessa funzione di un organo intero: trapiantando cellule epatiche nel linfonodo - un organo linfatico secondario come la milza - possiamo rigenerare mini-fegati in grado di ripristinare la funzionalità epatica in pazienti i cui fegati non funzionano più».

Ebbene, è come se quest’ultima battuta l’avesse recitata, ma nella vita reale, la palermitana Francipane. La proposta che Meredith presenterà al contest sarà proprio l’ingegnerizzazione di tessuto epatico all’interno di organi linfatici.

E questa è realtà, altro che fiction: gli autori della serie - fa sapere la Fondazione Rimed di Palermo - sono rimasti molto colpiti dalla ricerca condotta nei laboratori del professor Lagasse a Pittsburgh e hanno voluto inserirli nel copione.

La dottoressa Francipane si occupa infatti di rigenerazione del rene a partire da frammenti tissutali, ma anche da cellule progenitrici propagate sotto forma di organoidi: «L’obiettivo della mia ricerca - spiega Maria Giovanna - è riuscire a trovare un’alternativa al trapianto di rene, in modo da ridare speranza alle migliaia di persone che soffrono di insufficienza renale cronica e che restano anni in attesa della disponibilità di organi da trapiantare».

Quando nella fiction tutto ciò è stato spiegato al dottor Owen Hunt (interpretato dal noto Kevin McKidd), la sua riposta è stata molto americana e molto televisiva: «Wow. That’s amazing».

Tutto questo negli Stati Uniti è già andato in onda, sulla Abc. Ora resta da sapere se il team virtuale composto dalla dottoressa Grey e la dottoressa Francipane riusciranno a vincere la gara.

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