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Peculato, indagati Rappa e Virga
Sequestro da un milione di euro

PALERMO. Alla vigilia dell’udienza nella quale le parti discuteranno davanti alla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo che si occupa del sequestro al patrimonio dei Rappa, la Procura ha chiesto e ottenuto un nuovo provvedimento per 1.027.987 euro a Vincenzo Corrado Rappa, ex amministratore unico della concessionaria d’auto Nuova Sport Car.

Rappa e l’amministratore giudiziario che gestì il patrimonio dopo il sequestro, Walter Virga, sono indagati per peculato.

Secondo il pm Claudia Ferrari, Rappa avrebbe dovuto restituire alla società mezzo milione di euro, denaro che nel 2013 e nei primi tre mesi del 2014 “ha prelevato dalla cassa e dai conti correnti dell’azienda senza alcuna giustificazione contabile” e con cui “ha effettuato acquisti di opere d’arte e numerose spese personali” scrive il gip Wilma Mazzara nell’ordinanza di sequestro.

Rappa avrebbe infatti utilizzato le risorse finanziarie della società per pagamento di utenze Enel, pagamento dell’abbonamento per la palestra, versamento dei contributi per la colf, nonché acquisti di opere d’arte.

La documentazione acquisita alla Nuova Sport Car spa ha permesso agli inquirenti di accertare che i prelevamenti e le spese indebitamente effettuate ammontavano a 314.343 euro per il 2013 e 250.179 euro per il 2014, per un ammontare totale di 564.522 euro. Somme che l’allora amministratore giudiziario Walter Virga non ha cercato di recuperare.

Non solo, secondo la procura Virga e Rappa hanno di fatto azzerato il debito, facendo figurare la stessa cifra come compenso all’ex amministratore unico. Una “compensazione” che riguardava lo stipendio netto: 314 mila euro per l’intero anno 2013 e 240 mila euro per i primi tre mesi 2014. In pratica, in un solo trimestre Rappa ha guadagnato quasi quanto l’anno precedente.

Dai conti della Nuova Sport Car è emerso anche l’acquisto dalla casa d’aste Sotheby’s di un dipinto di Lojacono del valore di 94 mila euro avvenuto nel dicembre 2013. Un olio su tela “Palermo e Monte Pellegrino” che non è fra i beni della società e che è stato adesso sequestrato.

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