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Esorcismi a luci rosse a Palermo, torna libero padre Anello

PALERMO. Torna libero padre Salvatore Anello, il frate cappuccino arrestato nel 2016 a Palermo. Lo ha deciso il collegio della seconda sezione del Tribunale di Palermo, accogliendo la richiesta del suo legale, l’avvocato Francesco Bertorotta.

Dopo l’escussione di tutti i testi dell’accusa non ci sarebbero più le esigenze cautelari che lo hanno tenuto finora ai domiciliari. Anello è accusato di aver palpeggiato alcune donne durante gli esorcismi. Oltre ad Anello, fu arrestato l'ex colonnello dell'esercito Salvatore Muratore, già condannato in abbreviato a sei anni e due mesi.

L’inchiesta è partita dalla denuncia di Muratore da parte di due minorenni e della madre. L'ufficiale faceva parte di un gruppo di preghiera e si sarebbe spacciato per guaritore esorcista. Secondo le indagini, avrebbe convinto le due donne di essere possedute dal demonio, costringendole, in quella che lui definiva una "preghiera di liberazione", a subire palpeggiamenti.

Gli inquirenti sono poi arrivati a identificare anche padre Anello. “Mi metteva a le mani vicino l’inguine – ha spiegato una testimone durante il processo – poi nel reggiseno. Ero stupita".

La tesi degli avvocati Francesco Bertorotta e Francesco Billetta è che tutto sia il frutto di una psicosi collettiva. Nei momenti convulsi degli esorcismi - o meglio, della preghiera di liberazione - le donne si agitavano in maniera scomposta. Era difficile contenerle. L'inevitabile contatto fisico sarebbe stato scambiato per qualcosa di diverso e molto più grave.

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